
Leamas, appostato accanto alla finestra della baracca che rappresenta il suo posto di controllo, guarda la strada deserta. Poi si sposta all’altra finestra, quella d’osservazione e si posiziona tra due poliziotti che, immobili, tengono i binocoli puntati sul posto di controllo orientale. All’improvviso, all’interno della baracca risuona un campanello. Uno dei poliziotti dichiara che si tratta di una Opel nera, con targa federale. Uno dei due poliziotti esce dalla baracca e si avvicina al muretto fatto di sacchi di sabbia che si trova a poca distanza dalla linea di demarcazione che taglia la strada come se si trattasse della base di un campo da tennis. L’altro poliziotto stacca l’elmetto dal gancio posizionato vicino alla porta e lo calza con cura. Intanto, sopra al posto di controllo parecchie lampade si accendono e illuminano a giorno la strada. L’auto si ferma al primo controllo. A bordo un solo passeggero, una donna. Vengono completati il controllo documenti e il controllo dogana. Il bagagliaio viene aperto e controllato. Poi, quando l’auto si trova ormai al centro della strada, viene nuovamente fermata: i poliziotti vi girano intorno una volta ancora, poi, quasi a fatica, fanno cenno al guidatore di proseguire oltre la linea fino al Settore Occidentale. Leamas solleva il bavero della giacca ed esce. Si avvicina alla macchina e chiede alla donna dove sia finito l’uomo che sta cercando. La donna risponde che è scappato in bicicletta. Probabilmente è andato nella stanza che i due condividevano nei pressi della Porta di Brandeburgo per recuperare soldi e documenti. Secondo la donna, durante la notte l’uomo cercherà di attraversare il posto di controllo. Thomas Leamas sa che l’uomo cercherà di passare bluffando. Ed infatti eccolo, arrivare in bicicletta e superare i vari controlli. Quando tra lui e la salvezza c’è solo il Vopo al centro della strada, pare rendersi conto del pericolo e comincia a pedalare con forza. I riflettori si accendono sui di lui, gli viene inutilmente intimato di fermarsi, poi si odono i fucili automatici dei poliziotti mentre vengono caricati e partono i primi colpi. L’uomo continua a correre in sella alla bici per un po’, poi si affloscia e cade...
La prima edizione del romanzo esce nel Regno Unito nel 1963 e in Italia l’anno successivo. In entrambi i casi, il successo è immediato ed enorme. Le ristampe di quello che è stato considerato il capolavoro di John Le Carré, poi, si susseguono negli anni fino al 2014. Le Carré - ex agente dei servizi segreti britannici, autore prolifico e protagonista del panorama letterario per sessant’anni, fino alla morte avvenuta nel dicembre 2020 - comincia a scrivere i suoi romanzi nella Londra degli anni Sessanta dello scorso secolo, periodo in cui si occupa di arruolare e seguire le spie inglesi operanti delle aree di orbita sovietica. Il suo vero nome è David John Moore Cornwell, ma l’utilizzo di uno pseudonimo si rende necessario a causa della segretezza e discrezione legata al suo lavoro. A fornirgli quindi gli strumenti per una delle più avvincenti spy story mai scritte è, oltre allo studio della lingua, che gli consente di realizzare scritti la cui forma si rivela semplice ed essenziale al contempo, la sua formazione, quella di un uomo pervaso, dopo un decennio nel Secret Intelligence Service, da un potente disgusto politico unito a una profonda confusione a livello personale. Ambientato tra Londra e Berlino, città che rivelano allo stesso tempo tutto il loro fascino e la loro cupezza, il romanzo racconta un’epoca completamente immersa nel periodo della Guerra Fredda e riesce magistralmente a mostrare due facce della stessa medaglia. Una serie di inganni si intreccia ai vari personaggi della vicenda, primo fra tutti Alec Leamas, agente segreto inglese, uomo disilluso e sfinito che, per concludere la sua carriera e uscire per sempre dall’ambiente, è costretto a partecipare ad una pericolosa missione, volta a scardinare i pilastri dei servizi segreti tedeschi. Un intrigo magnificamente architettato e credibile, in cui vita e destino si scontrano e nel quale l’autore invita il lettore ad interrogarsi sulle strategie e sull’importanza del singolo in contesti in cui le sorti di intere nazioni dipendono spesso dalle decisioni di un solo uomo. Fatti storici e parti romanzate si alternano in modo armonioso, conferendo al romanzo quell’unicità che ha fatto di Le Carré un maestro nel suo genere.