
L’annuncio è chiarissimo: “Non sa cucinare, ma non morde”. Dopo la morte della moglie, Oliver Milliron ha realizzato di aver bisogno di una governante, perché badare al campo, al lavoro ed ai suoi tre figli in quella aspra terra del Montana diventa ogni giorno più difficile. Soprattutto quell’anno, funestato dalla siccità. Paul, Damon e Toby sono ragazzi che hanno bisogno di attenzioni e delle cure di una donna, fosse anche una governante. E poi è incuriosito da quell’affermazione: “Non morde”. Cosa vorrà dire? Nel testo più esteso si parla di una vedova dai sani principi morali, disposta pure a spostarsi da Minneapolis: perché specificare che “non morde”? Oliver non ci pensa su troppo e risponde all’inserzione. L’attesa cresce, e con questa anche la curiosità e la maldicenza dei vicini che provano a mettere in guardia i Milliron sulle storie poco edificanti sulle governanti ladre, profittatrici ed imbroglione. Finché arriva il fatidico giorno: ecco materializzarsi Rose Llewellyn, accompagnata dal fratello Morrie Morgan. I due sono una strana coppia ben assortita: lei bella e sofisticata, lui arguto e molto colto, tanto da rimpiazzare in poco tempo la maestra della scuola locale. Ci vuole poco perché Rose conquisti la stima del padre e l’affetto dei figli, in un crescendo di confidenza ed intimità. I due fratelli, però, oltre a portare una ventata di novità nascondono anche un segreto inquietante che rischia di far cambiare tutti gli equilibri…
L’undicesimo libro di Ivan Doig, scritto nel 2006 e pubblicato soltanto nel 2022 in Italia (dopo la morte dell’autore avvenuta nel 2015) è un romanzo di formazione dalle tinte autobiografiche: come i giovani protagonisti di La stagione fischiettante, anche Doig, figlio unico, è rimasto orfano di madre, ma è cresciuto con padre e nonna; come per tutti i protagonisti del romanzo, la storia dell’infanzia di Doig è ambientata nel Montana, ad un passo dalle Montagne Rocciose, anche se nel libro la cittadina di Marias Coulee è immaginaria. Il libro di Doig non è una saga, anche se si preannuncia come tale: ambientato nel 1909 ripercorre, grazie alla voce narrante di Paul Milliron, il figlio maggiore, gli anni dell’infanzia di questa famiglia partita da Est col mito della frontiera per abitare e colonizzare nuove terre, ai confini col Canada e con la natura più selvaggia. Con uno stile asciutto, ma non per questo povero, attento nella costruzione ad incastro delle vicende e supportato da una leggera vena umoristica, Doig restituisce un affresco centrale della storia di inizio secolo degli Stati Uniti: il ranch, la fattoria, la piccola comunità, l’importanza della fede, della chiesa, della scuola, il gusto per le parole e la caratterizzazione di figure anche eccentriche sono un quadro realistico della società e del pensiero americano.