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La stanza dei libri

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Oggi viviamo in un tempo nel quale prevale la tendenza ad attingere notizie da fonti virtuali il più delle volte prive di un autentico riscontro, di una competenza accertata e di un adeguato approfondimento. Questa consuetudine sembra possa bastare alla maggior parte delle persone. Ma nel corso degli anni Settanta, quando Giampiero Mughini era studente, la fonte primaria di apprendimento era costituita dai libri. Coloro che desideravano conoscere ed approfondire, interpretare ed istruirsi ricorrevano alla lettura delle opere stampate, Benché egli fosse figlio di una famiglia borghese di modeste condizioni, in quegli anni già accumulava numerosi libri, avendo iniziato fin da giovanissimo grazie ai proventi di una modesta paghetta mensile elargita dal padre. Per i giovani della sua generazione i libri non erano solo un rifugio di carta, ma anche un manifesto delle proprie ideologie. Ma Mughini amava circondarsi di talmente tanti libri che la sua diviene a mano a mano una passione irrefrenabile, che lo condurrà da lì in poi e per il resto della sua vita a fare della sua abitazione una sorta di biblioteca nella quale ormai oggi sono presenti ben ventimila volumi di diverso genere e orientamento. L’amore per la lettura non è mai vento meno, dunque, ma si è accresciuto con il tempo fino a fare di lui un collezionista raffinato e curioso, che pur non disdegna la vita mondana. Ma soprattutto un’amante dei viaggi fantasiosi che induce la lettura dei i libri, felicemente appagato di tenersi alla larga dal brulicante risuono di insulti e vacuità che proviene dalle forme di comunicazione presenti nel mondo virtuale….

Quando lo conosci, attraverso la lettura del presente libro, Giampiero Mughini è la persona che non ti aspetteresti di incontrare. Gli atteggiamenti eccentrici del personaggio televisivo e la verve caustica e istrionesca dell’opinionista con cui si affaccia dal teleschermo lasciano sulla pagina un’impronta assai diversa. Quella di un compulsivo collezionista di libri, di un raffinato cultore letterario, di uno scrittore affetto da una sorta di religiosa appartenenza al culto dei libri stampati, che costituiscono da sempre per lui una frequentazione ineludibile e nei quali è custodita buona parte di tutta quella sapienza che abbiamo smarrito nei rivoli strozzati dell’effimera e sommaria conoscenza che galleggia in superficie virtuale dei siti e delle reti sociali. Una nutrita collezione di libri si addensa, anno do anno, sugli scaffali delle librerie che rivestono le pareti delle stanze in cui Mughini risiede, accompagna il percorso della sua esistenza e ne illumina il tragitto attraverso gli snodi politici e sociali, che egli rievoca con amabile naturalezza, senza fare della sua esperienza qualcosa di romanzesco e di artefatto, di enfatizzato e di intellettualistico. Mescolando, senza il timore della sincerità, la propria vicenda personale con la lunga epoca trascorsa, ci consegna un memoir che ha il pregio di parlare in modo diretto al lettore, sorretto dalla convinzione che i libri possano restare ancora a lungo il luogo autentico della conoscenza e della libertà per chi li scrive ma soprattutto per chi li legge.