
Esther, un'ebrea tedesca scampata alle persecuzioni antisemite dei nazisti e successivamente emigrata negli Stati Uniti, torna in Olanda - il paese dove si era rifugiata durante il conflitto - per presenziare alla cerimonia del Bar-Miztvah di suo nipote Daniel. Dopo aver fatto visita alla sua amica Helena, figlia dei vicini di casa ad Amsterdam, approfitta del soggiorno olandese per cercare di ricostruire la tragica fine dei suoi genitori, che non ha mai più rivisto dopo la loro cattura da parte dei nazisti. Decide quindi di iniziare il suo viaggio andando a visitare - in compagnia di suo figlio, di suo nipote Daniel e di Jeroen, nipote di Helena - la fattoria dove si era nascosta successivamente all'invasione tedesca dell'Olanda e alla forzata separazione dai suoi genitori. Durante il viaggio in auto Esther racconta ai due ragazzi le sue vicissitudini, cominciate con l'ascesa al potere di Hitler nel 1933 - che definì gli ebrei come una delle più grandi minacce per la Germania - fino alla promulgazione delle leggi razziali del 1935. A causa di ciò il nonno di Esther, dipendente statale, venne licenziato mentre suo padre, medico, cominciò a perdere la quasi totalità dei pazienti non-ebrei. La situazione in Germania si faceva ogni giorno più pesante: alla piccola Esther viene persino impedito di frequentare un suo compagno di scuola non-ebreo, iscritto dal padre alla Jugend, la gioventù hitleriana. In seguito alla “Notte dei Cristalli”(9 novembre 1938) la famiglia di Esther decide di rifugiarsi nei Paesi Bassi, contando, nonostante le innumerevoli difficoltà, sull'aiuto di un amico e collega olandese di suo padre. Esther e i suoi genitori riescono finalmente a recarsi ad Amsterdam in Olanda, paese scelto proprio per la sua neutralità, che gli avrebbe certamente permesso di vivere una vita tranquilla. Nei primi tempi tutto sembra filare liscio: Esther fa amicizia con Helena e conosce Bob, il figlio di alcuni vicini ebrei (per il quale si prende una cotta) mentre suo padre trova lavoro in un ospedale. Ma la tranquillità dura poco dato che, dopo l'invasione nazista della Polonia nel '39 e l'inizio della guerra, nel maggio del 1940 Hitler decide, facendosi beffe di tutte le convenzioni internazionali, di attaccare anche i Paesi Bassi nonostante la loro neutralità...
La stella di Esther è un romanzo a fumetti concepito e promosso in Olanda nel 2007 dalla “Fondazione Casa di Anne Frank” con finalità prettamente didattiche. Indirizzato al pubblico adolescente - ma perfettamente fruibile anche dagli adulti – il volume in poco più di sessanta pagine ripercorre in maniera semplice e lineare la vicenda dell'Olocausto, ricostruita attraverso la storia (di fantasia ma assolutamente plausibile) di Esther, una ragazza praticamente coetanea di Anne Frank. Nel 2009 il libro viene finalmente tradotto e pubblicato anche in Italia grazie alla De Agostini e con il patrocinio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Trattandosi di un lavoro rivolto soprattutto al pubblico dei ragazzi, pur non tralasciando nessuna delle vicende che hanno caratterizzato la persecuzione degli ebrei (le camere a gas, i forni crematori eccetera), ovviamente non indulge - com'è giusto che sia in questo caso - con le immagini sui particolari più cruenti, non mancando tuttavia di sottolineare alcuni fatti spesso lasciati in secondo piano: quante persone sanno infatti che la semplice perdita del berretto da parte di un prigioniero in un campo di concentramento veniva punita con la morte? Si tratta quindi di un'opera decisamente riuscita, consigliata a tutti coloro che volessero far conoscere ai propri figli le vicende legate all'Olocausto e alle atrocità della guerra, grazie anche alla linea chiara utilizzata dal disegnatore Eric Heuvel, apertamente ispirata al Tin Tin di Hergé. In Germania La stella di Esther è stato adottato come supporto scolastico per l'insegnamento della Shoah ai ragazzi: perché non cominciare ad adottarlo anche nelle nostre scuole?
La stella di Esther è un romanzo a fumetti concepito e promosso in Olanda nel 2007 dalla “Fondazione Casa di Anne Frank” con finalità prettamente didattiche. Indirizzato al pubblico adolescente - ma perfettamente fruibile anche dagli adulti – il volume in poco più di sessanta pagine ripercorre in maniera semplice e lineare la vicenda dell'Olocausto, ricostruita attraverso la storia (di fantasia ma assolutamente plausibile) di Esther, una ragazza praticamente coetanea di Anne Frank. Nel 2009 il libro viene finalmente tradotto e pubblicato anche in Italia grazie alla De Agostini e con il patrocinio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Trattandosi di un lavoro rivolto soprattutto al pubblico dei ragazzi, pur non tralasciando nessuna delle vicende che hanno caratterizzato la persecuzione degli ebrei (le camere a gas, i forni crematori eccetera), ovviamente non indulge - com'è giusto che sia in questo caso - con le immagini sui particolari più cruenti, non mancando tuttavia di sottolineare alcuni fatti spesso lasciati in secondo piano: quante persone sanno infatti che la semplice perdita del berretto da parte di un prigioniero in un campo di concentramento veniva punita con la morte? Si tratta quindi di un'opera decisamente riuscita, consigliata a tutti coloro che volessero far conoscere ai propri figli le vicende legate all'Olocausto e alle atrocità della guerra, grazie anche alla linea chiara utilizzata dal disegnatore Eric Heuvel, apertamente ispirata al Tin Tin di Hergé. In Germania La stella di Esther è stato adottato come supporto scolastico per l'insegnamento della Shoah ai ragazzi: perché non cominciare ad adottarlo anche nelle nostre scuole?