
“Era alto, magro, con una folta barba nera e un turbante di cotone grezzo, azzurro, che lo avvolgeva in modo da lasciar liberi solo i suoi profondi occhi cobalto”. Il mago vive nel deserto. Ogni notte parte per andare a caccia di stelle da aggiungere al suo lungo mantello blu che, così illuminato, lo fa sentire potente ed invincibile. Le stelle, attirate magneticamente dai suoi occhi e in seguito ammansite dal suo canto, si lasciano catturare facilmente; tutte tranne una, un astro grande e forte con una folta coda rotonda che, invece, una volta catturata continua a rimanere indomita e selvaggia e non si lascia ammaliare dalla sua musica. Una notte la Stella Ribelle riesce a fuggire dalla grande gabbia dorata in cui lui l’ha rinchiusa e a fuggire libera nel cielo. Il mago, furibondo, prova ad inseguirla col suo bianco cavallo, e scopre che è finita oltre il deserto, ad illuminare una misera costruzione di assi di legno, dentro la quale è nato un bambino…
Un modo originale di raccontare la nascita di Gesù Bambino, da una prospettiva particolare: quella di un uomo che crede di poter diventare il padrone del mondo grazie ad un mantello trapuntato di stelle. Solo quando scopre che esiste qualcuno di più importante delle stelle, e dunque di lui, decide di liberarsi del mantello per donarlo al bambino infreddolito, tanto lui non ne ha più bisogno. Ha imparato la lezione: non avrebbe più ricercato la luce fuori di sé, ma l’avrebbe invece portata dentro, così come gli ha insegnato la Stella Ribelle. Una storia per lettori dagli otto anni, che parla anche di potere e di responsabilità. Il testo è scritto in alta leggibilità ed accompagnato ed impreziosito da illustrazioni su fondi scuri, che restituiscono l’idea della caccia notturna ed il potere del mago, ed infine conducono ad un finale arrossato dalla stella e ad un uomo finalmente sorridente e sereno, in mezzo ad altre persone.