
Affacciato al balcone di casa sua, Mirko si gode la brezza estiva e la bellezza del cielo stellato. Non riesce a dormire e ha deciso di trascorrere qualche ora da solo, mentre la sua compagna e suo figlio dormono tranquilli. Insieme alla sigaretta, ha preso con sé anche lo smartphone, forse più per abitudine che non per effettivo bisogno; nella tranquillità della notte salernitana inizia a “scrollare” i vecchi ricordi che i social network gli ripropongono. Neanche due secondi ed eccola là, la foto che non avrebbe voluto vedere: due fedi nuziali in primo piano e il tag di Sofia. È un attimo e la mente torna indietro a quel momento in cui tutto sembrava perfetto e lui credeva che potesse rimanere perfetto per sempre. Una fitta di nostalgia attraversa la vecchia ferita forse mai del tutto rimarginata e il primo impulso è quello di uscire dal social, spegnere il telefono e tornare dentro dalla sua compagna e suo figlio, prima che quella sensazione dolce e amara prenda il sopravvento. Eppure qualcosa lo trattiene, e quasi senza accorgersene ecco che è di nuovo lì, in quel momento, quando aveva appena 25 anni ed era convinto di sposare quella che sarebbe stata la donna della sua vita…
Nato inizialmente come un videoclip in rete nel 2013, La storia d’amore più bella del mondo arriva in libreria sette anni dopo il progetto originale. Com’è facile intuire dal titolo – forse un po’ presuntuoso - si tratta di un romance accompagnato nella seconda parte da una collezione di frasi scelte da un apposito contest su rete. Protagonisti Mirko e Sofia, rispettivamente uomo di successo e donna di spettacolo che, complice un reality show, si conoscono e si innamorano. Una classica storia d’amore, dunque, che non contiene nessun aspetto fuori dall’ordinario che potrebbe catalogarla come il titolo desidera. Anzi: ricco di cliché di genere, La storia d’amore più bella del mondo non è in grado di catturare il lettore nella spirale di emozioni che i protagonisti provano. L’impressione che si ha è quella piuttosto di essere spettatori di una storia d’amore che non è in grado di trasmetterci nessun sentimento narrato, sia questo amore, rabbia, delusione o profondo dolore. Piuttosto, a emergere è lo stile di vita lussuoso dei protagonisti, costantemente rimarcato, che contribuisce a rendere ancora più distante la vicenda narrata: “Mi chiamo Mirko, ho 35 anni e sono un imprenditore di successo. Non sono vanitoso, forse da giovane sì, probabilmente anche egocentrico e pieno di me”. Al di là della scorrevolezza generale del libro, che da leggere è molto semplice, dopo la lettura resta ben poco di una storia – che paradosso, visto il titolo! - decisamente non memorabile.