
Tutti detestano Mister Tod e non potrebbe essere altrimenti. Vaga da un posto all’altro seminando il panico, appesta l’aria col suo olezzo, occupa di volta in volta una delle sue dieci dimore (fetide e cadenti) e semina il terrore nella famiglia di coniglietti di Benjamin Button, oppure nello stagno, tra anatre e topi d’acqua. Altrettanto disgustoso è Tommy Tasso, coi suoi modi rozzi e gli abiti lerci. Tommy si intrufola spesso nelle case di Tod quando le lascia vuote e dorme nel suo letto, ma al contrario va abbastanza d’accordo con la famiglia Button e con l’anziano papà di Benjamin che quando lo incontra chiacchiera con lui. Il signor Tasso è ghiotto di uova, nidi di vespe, rane, ma quando capita l’occasione non disdegna piccole e tenere prede di altro genere, infatti gradisce il pasticcio di coniglio, ma solo se fatto con coniglietti piccolissimi. Che ingenuità per il vecchio coniglio invitarlo nella tana, offrirgli un bicchiere di vino di primule preparato da sua nuora Flopsy (sorella di Peter Coniglio) e poi crollare addormentato abbandonando l’ospite a sé stesso. Ciò che è peggio dimenticarsi dei suoi sette nipotini nati da poco. Quando Benjamin e Flopsy tornano nella tana avvertono subito l’odore acre dell’ospite e si accorgono che i loro piccoli sono spariti. Che tragedia! Benjamin parte alla ricerca seguendo le orme di Tommy e la scia del suo odore, arriva persino alla casa di stecchi del signor Tod, ma fugge terrorizzato, oltrepassa un muretto e trova i frammenti di un sacco di tela, proprio quello che il Tasso adopera per raccogliere il cibo e per fortuna incontra sul sentiero Peter, suo cugino, che gli dà una dritta sul posto in cui potrebbero trovarsi i sette sfortunati coniglietti...
“Ho scritto molti libri che parlano di persone perbene. Ora, per cambiare un po’, ecco una storia con due personaggi sgradevoli, chiamati Tommy Tasso e Mister Tod”. Ecco, il cambio di rotta Beatrix lo mette in chiaro all’inizio della narrazione. È il 1912 quando questo racconto viene pubblicato, dopo numerosi altri che ormai l’hanno resa nota al pubblico di lettori giovani e non, ora il desiderio di uscire dagli schemi spinge l’autrice a scrivere qualcosa di più cruento, più vicino alla crudele realtà della natura, dove o si è predatori o si è prede, anche se trattandosi pur sempre di un racconto per bambini, il finale positivo è d’obbligo (e meno male, dopo l’impressionante descrizione del pavimento della casa di Mister Tod a Bull Banks, cosparso di teschi e ossa). Il mondo può non essere sempre un posto allegro e spensierato, si può essere gentili e disponibili, ma mai abbassare la guardia. Una delle caratteristiche del racconto è la prevalenza di illustrazioni in bianco e nero rispetto agli splendidi acquerelli a cui la Potter ha abituato i lettori. L’ambientazione è quella dell’area verde del Sawrey, nel bosco di Bull Banks, nel parco nazionale del Lake District, dove scorre il piccolo fiume Esthwaite Water, presente nelle illustrazioni dedicate al volume. Online è possibile rintracciare un piccolo corto animato del 1995 dedicato a The tale of mister Tod, ma solo in lingua inglese.