
Il Saundaranananda, ossia La storia di Nanda il bello, è un poema di circa mille stanze, per un totale di diciotto capitoli (un volumetto, secondo gli standard di questo tipo di testo e per l’epoca e la provenienza cui fa riferimento), che racconta – una vicenda simile, semplice, facile da ricordare e altamente simbolica è già presente all’interno del canone buddista – di come il fratello di poco minore di Buddha, Nanda, felicemente sposato con una donna bellissima e che ama riamato, sia costretto proprio dal fratello prima ad abbandonarla per darsi alla vita monacale e poi a intraprendere la lunga e difficile strada verso la liberazione attraverso l’ascesi, che non sarebbe possibile senza dimenticare la bellezza della sua sposa grazie alla perturbante visione delle ninfe celesti. L’elemento di novità di questo testo è il fatto che l’autore si rivolge a un pubblico per il quale il buddismo è doppiamente distante…
Apologia del buddismo perfuso di spiritualità, poema epico e didascalico di argomento cosmologico, cosmogonico, etico, filosofico e religioso, attraverso il raffinato meccanismo dell’allegoria, che come il mito veicola messaggi ardui rendendoli più accessibili grazie all’artificio del simbolo, che risale ai primi secoli dopo Cristo e proviene dal Nord-ovest del subcontinente indiano, scritto in sanscrito, una fra le lingue indoeuropee in assoluto più antiche, ha come limpido obiettivo - e si tratta di un testo prezioso e raffinatissimo, un vero monumentale capolavoro a livello globale, anche se in certi passaggi può comunque apparire distante (va considerato il contesto…) – espresso con una lingua alta e finemente cesellata, narrare l'essenza del messaggio buddhista in forma poetica presentando al lettore Nanda, il quale, destinato a diventare re dopo la rinuncia al trono di Buddha, suo fratello maggiore, è felicemente sposato con la più bella donna del regno. Buddha tuttavia lo costringe a farsi monaco ma la lontananza dalla moglie, amatissima, per Nanda è intollerabile: è a questo punto che viene condotto magicamente dal fratello nel paradiso di Indra, dove ottiene la visione delle ninfe celesti, la cui inconcepibile bellezza cancella dalla sua mente il ricordo della moglie e lo lascia libero di dedicarsi all’ascesi e raggiungere la liberazione.