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La strana spedizione

La strana spedizione

Zach Mackenzie-Mouchon ha dieci anni, quasi undici, vive mille avventure (è persino evaso da Alcatraz in una delle sue precedenti peripezie, quando era ancora più bambino), ha una madre molto chic che si chiama Avril, ha origini francesi ed è, come sovente capita, soprattutto, come si suol dire, nelle migliori famiglie, l’adulto di casa, il genitore con i piedi per terra, visto che invece dal canto suo il padre Caleb ha il senso pratico di un batuffolo d’ovatta, con tutto il rispetto per i batuffoli e per l’ovatta, trascorre l’esistenza in kilt e accappatoio – un abbinamento a metà tra il grande Lebowski e Braveheart, rendiamoci conto… - con la testa fra le nuvole e da buon nerd allevato a pane, latte e zio Sam sviluppa videogiochi mentre le neonate gemelline Zelda-Mathilda e June piagnucolano come devono fare quelle della loro età e il gatto Chicken scorrazza per casa spargendo ovunque le sue penne: e no, non è un refuso, ha proprio le penne. Avatar di sé medesimo, il padre di Zach finisce nel mondo virtuale, e per liberarlo al figliolo capiterà di tutto, finanche di raggiungere lo spazio insieme a tre leggende: avete presente Neil, Buzz, Mike?

Diciassette capitoli più un prologo e un epilogo per una lettura frizzante, istruttiva e piacevolissima, semplice, chiara, rilassante, piacevole come una ventata d’aria fresca e adatta davvero a tutti, grandi e piccini, nonché corredata dalle illustrazioni, graziose, divertenti e assai efficaci di Marion Puech, giovane disegnatrice di Tolosa dalla già lunga carriera che ha studiato nientedimeno che alla scuola d’arti decorative di Strasburgo, di prestigio internazionale unanimemente riconosciuto: la storica missione della NASA che è stata anche portata di recente sul grande schermo dal giovane e bravissimo cineasta Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Claire Foy, First man – Il primo uomo, e che ha fatto sì che, al netto delle fantasiose illazioni complottistiche, ha fatto sì che la bandiera a stelle e strisce sia infissa sul suolo dell’unico satellite che ci sia dato conoscere del nostro pianeta, rivive, avvalendosi delle possibilità del racconto e del fumetto di veicolare contenuti densi di significato con un linguaggio accessibile, nelle vicissitudini di un ragazzino geniale e maturo, più simile di quanto si potrebbe pensare a tanti suoi coetanei.