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La Straniera

La Straniera

È la fine dell’undicesimo secolo, l’Europa è in pieno Medioevo e le sue campagne pullulano di saccheggiatori e mercanti, nei villaggi ci si abbandona al fanatismo religioso e il Papa, dal suo pulpito, sprona i crociati a riprendere Gerusalemme. Vigdis Adelais cresce ignorando il tumulto in cui versa l’Europa e la Francia: è un’agiata normanna, bella, docile, biondissima. Nella sua Rouen in molti ne hanno notato la bellezza e tra questi anche David, ebreo, studente, figlio di un importante rabbino. I due giovani s’incontrano per caso, a stento parlano la stessa lingua, eppure si innamorano. Ma l’amore tra una cristiana e un ebreo è proibito nella Francia medievale e Vigdis prende la difficile decisione di abbandonare la sua famiglia e fuggire insieme a David. Per amore Vigdis cambia nome, diventa Hamountal, si converte all’ebraismo, veste in nero secondo le usanze ebraiche, impara la lingua del marito e lo segue in una tortuosa fuga verso Sud dove abitano i suoi genitori. Anni dopo, proprio quando i due giovani sembrano aver trovato la tranquillità e Vigdis il suo anonimato, la piccola comunità ebraica di cui fanno parte viene sterminata dai crociati cristiani, David viene trucidato e Vigdis è costretta a partire di nuovo, stavolta “nuda e bisognosa” alla volta dell’Egitto, alla ricerca dei suoi figli rapiti durante il pogrom...

Molto sapienti sono state le parole della critica che ha definito La straniera un libro sulla condizione antica del rifugiato. Risultano familiari le scene di Vigdis perseguitata per il suo credo, o che disperata si imbarca su una nave di fortuna nel Mediterraneo, verso l’Egitto. Eppure, il romanzo non parla solo di una fuga: Hertmans sottolinea la dura condizione degli ebrei nella Francia medievale e lo stigma che perseguitava chi, come Vigdis, abbracciava l’ebraismo (non a caso, il titolo originale è De Bekeerlinge, “La convertita”). Gli eventi narrati sono realmente accaduti: le testimonianze, le lettere e persino certi utensili sono stati raccolti ed esaminati con profonda dedizione dall’autore, il quale ha anche cercato una nave che lo portasse dalla Francia ad Alessandria d’Egitto per ripercorrere lo stesso viaggio di Vigdis. Il romanzo che ne risulta è piacevole, carico spiegazioni intelligenti sulla vita quotidiana nel medioevo narrate con uno stile che ricorda La chimera di Sebastiano Vassalli, quindi l’ideale per chi vuole avvicinarsi al genere storico. Unica pecca è che vi è troppo dell’autore in questo libro: le considerazioni di Hertmans e i suoi aneddoti di viaggio arrivano all’improvviso, senza lasciare un distacco tra la storia dei protagonisti e la sua, ci si trova così a leggere di Google maps e biglietti aerei a poche righe di distanza da una Vigdis che arranca nei campi della Francia medievale.