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La streghetta Emma e la principessa Bettina

La streghetta Emma e la principessa Bettina

C’era una volta una piccola strega di nome Emma che viveva nella foresta del Cervo Bianco, nei pressi della città di B., con la nonna Marianna e la mamma Silvana. Emma discendeva da una stirpe di donne sapienti e fuori dagli schemi che abitavano nella foresta da almeno quattro generazioni e si dedicavano ad aiutare le donne che venivano a trovarle dalla città. Il suo aspetto era un po’ buffo: un cespuglio di capelli ricci e rossi, grandi occhi verdi e un corpo un po’ rotondetto ma agile. Un giorno, mentre Emma va in giro per i boschi tutta sola per raccogliere le erbe per il suo mojo-bag (un sacchettino con piante, fiori, pietre, etc per proteggersi), si imbatte in una ragazzina della sua età dai lunghi boccoli biondi, un abito di tulle rosa, una coroncina sulla testa e...scomodissime scarpette di cristallo ai piedi! La ragazzina piange come un fiume e, fra i singhiozzi, cerca di cantare una canzoncina mielosa ad un piccolo rospo verde smeraldo. “Porca paletta!”, esclama Emma. “Ma cos’è ’sta roba? Mi fa venire il mal di pancia! E cosa ci fai qui, nella mia foresta vestita in quel modo, cos’è, già Carnevale? [...] me lo spieghi chi cavolo sei, da dove arrivi e perché te ne vai in giro conciata così?”. “Sì...io...s-sono Bettina Marialuigia di Brandeburgo di Vatercloset di Sticavoli... Sono un’autentica principessa!” “E quel coso lì, quel ranocchietto che tenevi in mano? Perché parlavi con lui?”. “Mi hanno detto che spesso i migliori principi azzurri si presentano sotto forma di ranocchi. Bisogna baciarli, e loro si trasformano”...

La collana Solferino Young ha scelto come missione quella di offrire ai lettori storie che portino un contributo di verità e di riflessione attraverso l’attenzione per i temi etici, sociali e politici dei tempi che viviamo. Con La streghetta Emma e la principessa Bettina, scritto da Rossana Campo, ci offre una “favola per bambine che credono in sé stesse” e in cui finalmente le streghe si allontanano dal cliché che le vuole brutte megere portatrici di malefici per mostrarsi sotto la nuova luce di guaritrici e guide spirituali. Protagoniste due ragazzine che più diverse non potrebbero essere. Emma proviene da una famiglia di “donne un po’ strane” - streghe - è stata educata ad essere coraggiosa, sincera, fiera ed a cavarsela in ogni situazione, anche sola nella foresta. La sua mamma e sua nonna non le hanno mai insegnato tutte quelle idee balorde che di solito vengono inculcate alle bambine e che non le fanno gioire pienamente dell’essere proprio come sono. Al contrario Bettina è stata cresciuta nell’attesa del principe azzurro: si fa bella, ha studiato portamento e belle maniere insomma tutto quanto le servirà per trovare il suo principe azzurro con cui troverà il suo posto nel mondo, vedrà passare la noia e... potrà finalmente smettere di prendere le pastiglie contro ansia e tristezza! Grazie alla loro inaspettata amicizia scopriranno che la magia più grande non consiste nel recitare incantesimi o inventare pozioni ma nell’imparare a gioire di ogni momento della vita e ad accettarsi e amarsi per come si è: alte o basse, timide o spavalde, magre oppure paffutelle. Un racconto fuori dal comune che tutte le bambine/ragazzine dovrebbero leggere per i messaggi positivi che veicola: non solo l’accettarsi ed amarsi per quello che si è ma anche il non perdere di vista i nostri desideri, non demandare ad altri (il principe azzurro o chicchessia) la responsabilità della loro realizzazione e non credere che l’amore sia l’unica via di realizzazione.