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La sua verità

La sua verità

Anna è una anchorwoman della BBC. Ha ottenuto quel lavoro grazie a una sostituzione di maternità e per due anni ha condotto con grande successo di pubblico il telegiornale. La brillante giornalista dai capelli rossi madre di due stupende bimbe che Anna ha sostituito però ora è tornata e come da contratto sta per riprendere il suo posto, riconfinandola al ruolo di semplice inviata, o al massimo di sostituta durante le vacanze estive e quelle natalizie. Così è la vita e lei può decidere se accettare di ritornare al suo vecchio ruolo o lasciare ogni cosa. Il destino però decide per lei: Anna viene inviata sulla scena di un crimine efferato al cospetto del cadavere di una donna, vestita con abiti costosi, truccata in modo sofisticato e uccisa con numerosi colpi d’arma da taglio. Ha anche le unghie spezzate fino alla carne, su entrambe le mani la scritta: “due e faccia” e un braccialetto dell’amicizia legato attorno alla lingua. Il luogo del ritrovamento del cadavere non è affatto sconosciuto all’inviata della BBC, anzi, è per lei un “luogo del cuore al contrario”, che la ferisce e la turba profondamente. Arriva anche il detective Jack Harper della divisione Reati Gravi. In realtà quella sezione al detective sta stretta perché si trova a Blackdown, un posto talmente tranquillo e sonnacchioso, lontano ore di macchina dalla capitale, che una divisione simile sembra quasi una beffa per un uomo di azione come lui. Per questo, quando riceve la telefonata del sergente Priya Patel, si attarda anche a prepararsi e uscire di casa. E invece quello che trova nel bosco di Blackdown – lo capisce con una sola occhiata – lo riguarda molto, molto da vicino. Quasi nello stesso modo in cui riguarda Anna. Chi è quella donna assassinata nel bosco e perché la sua morte può sconvolgere così tanto la vita di un detective e di una giornalista?

Il romanzo di Alice Feeney può quasi essere considerato una nuova frontiera del thriller, un nuovo step evolutivo. C’è un omicidio all’inizio e segue una indagine, certo, ma lo sviluppo della trama e l’evoluzione dei protagonisti sono a un piano molto più alto dei cliché di genere. Già dal titolo La sua verità si comprende immediatamente che l’intento di chi scrive è quello di far “schierare” il lettore, il quale consapevolmente o inconsapevolmente cade nel gioco, anche volentieri. Le versioni della verità sono due. Entrambe credibili. Entrambe affascinanti. Entrambe coinvolgenti. Ci si ritrova a pagina 346 consapevoli che non si è affatto capito tutto e che all’ultimissimo capoverso si resterà ancora una volta senza fiato. Che sia vero o no quanto leggeremo, poco importa. Importa che lo scopo primario di un romanzo simile sia stato meravigliosamente soddisfatto. Il “piacere” del lettore abituale di genere appagato. La curiosità di chi si è ritrovato per caso tra le mani questo libro completamente premiata. Alice Feeney scrive in modo contemporaneo ed essenziale, non si perde in descrizioni ottocentesche, non fa uso di termini aulici, fa pensare e agire i protagonisti immergendoli completamente nella credibilità dei loro ruoli. I capitoli brevi, infine, hanno esattamente la funzionalità che devono avere in una architettura narrativa come questa. Io amo definire questo genere di libri “romanzi cocktail”. Non li leggi, te li bevi con leggerezza e gusto, tanto che alla fine ne vorresti ordinare un altro, ma con i libri non funziona come al bar e bisogna attendere che la sorte te ne faccia arrivare un altro altrettanto valido, per diletto o per lavoro. E comunque va bene così. Ultimissima nota: la traduzione di Grazia Brundu è perfetta.