
La casa dove abita è fatta di pietra grigia e cemento che si sbriciola. È lì da secoli, da prima che gas, elettricità, televisione e internet esistessero o fossero disponibili in un′abitazione. Così con il tempo tutti i servizi sono stati allacciati provvisoriamente dall′esterno, e provvisoriamente sono rimasti così negli anni. Genova – l′Italia tutta, ma Genova in particolare ‒ non potrebbe essere più diversa dall′Olanda. Del resto lo ha trascinato qui una potente forma d′amore, quella fascinazione che i luoghi a volte portano con essi, diventando la forma percorribile, calpestabile, di ciò che sembrano promettere. Vicino a casa, al Caffè degli specchi, lavora la ragazza più bella di Genova. Potesse rispondere attorno alle proprie intenzioni a posteriori, direbbe che è venuto lì per lei. Ma quando glielo chiede Rashid, quando gli domanda perché anche lui abbia lasciato la sua terra per un′altra, lui che viene dal Nord dove i soldi e i fiori sono gratis, lui che è arrivato con Easyjet e non su una zattera gonfiabile, la risposta è semplice: per scrivere un libro. E poi: perché la sua vita era così facile, piacevole e conosciuta che sapeva già a memoria tutta la storia. Qui invece la storia deve ancora iniziare. Rashid prende il suo secchio di rose e se ne va. E la nuova storia nella Città Superba inizia con una gamba di donna, appartenuta a chissà chi e trovata in un vicolo buio. Una gamba vera, mozzata...
È un labirinto, la città di Genova.“Voglio vivere nel labirinto come un mostro felice, insieme a migliaia di altri mostri felici”. È per definizione il luogo in cui ci si perde, complici le vie strette che cambiano direzione e si spostano. E nel labirinto la lettura quotidiana è stampata sulla carta rosa della Gazzetta, dove si possono apprendere solo notizie selezionate, mentre “il mondo va a puttane, centinaia di migliaia di poveracci sbarcano a Lampedusa, il governo dichiara lo stato di emergenza, ci sono soldati per le strade” e persino le informazioni che dovrebbero essere pubbliche sono custodite nei palazzi delle amministrazioni, protette da custodi-impiegati di quella mafia che non si può nominare ma c′è. Quando Ilja ha bisogno del contratto di concessione di un teatro cittadino, inciampa nel labirinto e non sa più come uscirne. Romanzo e metaromanzo ‒ poiché l′autore presenta il suo lavoro come una serie di appunti epistolari indirizzati a un amico – La Superba è un′opera di finzione e di verità. Tra le molte storie che si intrecciano, protagonista assoluta è la grande favola del migrante, di oggi e di ieri: per non deludere le aspettative della famiglia che ha messo insieme la somma esorbitante del viaggio, per non tornare sconfitto, chi arriva in Europa continua a descriverla come il paese del benessere e della facile ricchezza. Esatti i ritratti di persone e luoghi, dialoghi esilaranti. Picaresco, cronachistico, poetico e pulp. Da leggere, subito.
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