Salta al contenuto principale

La svedese

La svedese

Sulla tangenziale, come al solito, c’è traffico. Fabio le fa segno di tenersi anche con il suo monopattino sul lato destro della strada e Sharo - sarebbe Sharon, ma a Roma, si sa, i nomi si storpiano tagliandoli - è combattuta. Da una parte il vento sul viso le procura brividi di piacere; dall’altro la paura di scivolare - ha smesso di piovere da poco e l’asfalto è ancora bagnato - la blocca. Inoltre, è percorsa da una strana sensazione, una voglia di restarsene al chiuso, in qualche luogo riparato. Ha provato a comunicarlo a Fabio, ma lui non pare aver capito. A volte è complicato fargli comprendere certe sensazioni: forse ha ragione sua madre, quando dice che Fabio proprio non ci arriva. Sua madre lo odia, ma non fa testo, perché odia tutto il creato. Comunque, anche se non ne aveva voglia, alla fine Sharo ha seguito Fabio, che deve fare un’unica consegna per l’Aquilotto. Si tratta di una bottiglia di un certo valore che va consegnata a uno ricco che vive in centro. In prossimità di un semaforo verde, Fabio passa sicuro e a Sharo pare di assistere all’intera scena successiva come al rallentatore: il Suv che esce da una traversa invisibile e brucia il rosso, l’impatto, il muso dell’auto che spazza via il monopattino, Fabio che vola in aria e fa una carambola, per ritrovarsi poi culo a terra sull’aiuola al centro dello spartitraffico fra due carreggiate. Il Suv, intanto, brucia un altro rosso e si allontana. Sharo si accerta delle condizioni del giovane, che ha un tono disperato, mentre continua a nominare la bottiglia che, confessa, non contiene vino, ma “la Gina”, una droga sintetica che deve per forza essere recapitata a chi l’ha ordinata, altrimenti l’Aquilotto se la prenderà con lui, che già è pieno di debiti e deve per forza portare a termine la missione. L’ambulanza è in arrivo. Sharo strappa lo zaino dalle spalle del ragazzo e si avvia decisa al suo monopattino. Fabio è un pusher, nient’altro che un bastardo pusher...

Vent’anni dopo Romanzo criminale, sulle strade di Roma non c’è più il controllo di quando quelli della Magliana si erano presi la città. Ora tutti fanno un po’ come vogliono, l’importante è sapersi muovere bene in rete e non pestarsi i piedi. Ecco la nuova realtà raccontata nell’ultimo romanzo di Giancarlo De Cataldo - scrittore ed ex magistrato - che, accantonate per un attimo le avventure di Manrico Leopoldo Costante Severo Fruttuoso Rick Contino Spinori della Rocca dei conti di Albis e Santa Gioconda, pubblico ministero sui generis, attento scrutatore del genere umano e appassionato melomane, torna a occuparsi della malavita e delle lotte tra cosche intorno al mercato delle droghe, vecchie e nuove. E, in un panorama in cui le differenze sociali tra quartieri sono quanto mai evidenti, la figura di una giovane bella, androgina, alta, bionda e apparentemente fredda - la Svedese, insomma - si impone e si fa portavoce di una realtà in cui si insegue la luce ma si finisce per cadere in angoli bui, ci si vuole affrancare dal destino segnato di chi vive ai bordi e si imboccano, per questa ragione, tutte le strade possibili, anche quelle più ombrose e contorte. Sharo è un personaggio intrigante, una borgatara nata nel luogo sbagliato che cerca di affrancarsi da un futuro già scritto e lo fa con gli strumenti di cui dispone, in una periferia fatta di sudore e polvere, in cui far parte delle criminalità (e imporsi) è segno di svolta, equivale ad avercela fatta. Considerazione dolorosa, ma corrispondente alla realtà. E De Cataldo la realtà la conosce bene e la sa raccontare con la giusta dose di realismo; fotografa una città in cui il degrado va a braccetto con la disperazione; mostra brutture e fango e non indulge mai nel giudizio, ma riesce a far emergere la radice umana che si cela dietro ogni atto criminale. Ecco perché ogni volta fa centro e dà vita a protagonisti di cui il lettore vorrebbe conoscere altro. Anche per Sharo è così: mentre si leggono le ultime righe della sua avventura si ha già voglia di conoscere la successiva. A cui, si spera, De Cataldo stia già lavorando.