
François ne è sicuro: si tratta del cervo che aveva avvistato il precedente autunno. Allora non era ancora maturo, i palchi non erano sviluppati appieno. Ora, però, lo vede nella sua imponenza ed eleganza, la crescita delle ramificazioni è compiuta e i palchi si ampliano e si allargano meravigliosamente. François lo sta puntando, lo ha dritto dritto nel mirino. La sua è una caccia solitaria, da quando è morto il suo cane - tre anni prima, in una battuta di caccia poco fortunata insieme ad altri colleghi - preferisce andare da solo tra i boschi, seguire la preda, camminare per ore, restare immobile e silenzioso. Ecco, è ora il momento. Conosce perfettamente la traiettoria che prenderà la pallottola, la velocità, gli effetti. Eppure, un solo attimo di ritardo, un microsecondo di incertezza, esitazione, disattenzione: il cervo viene colpito, ma di striscio, pare zoppicare e poi scompare veloce fra gli alberi. François impreca, poi si dà da fare; segnala con un adesivo fluorescente il punto da cui ha sparato, indicando la direzione, e poi si avvicina al punto dov’era il cervo. Mantiene la calma per evitare di confondere le proprie tracce con quelle dell’animale. Lo vuole trovare, nota delle gocce di sangue, capisce che il cervo a sedici punte si è diretto verso il basso, a ridosso della strada. Anche se è tardi, e a breve farà buio, François asseconda il suo istinto e continua a seguire le impronte...
Molto intrigante, questo romanzo di Luc Lang, vincitore del Prix Médicis nel 2019. Una grande tenuta immersa nei boschi innevati, durante un inverno particolarmente rigido; un convento, strade solitarie rese pericolose dal ghiaccio e poco altro come scenografia. In questo ambiente freddo e inquietante, isolato e meditativo, si dipana una storia che, pur iniziando in maniera lenta e tranquilla, piano piano diventa sempre più incalzante fino a culminare in un finale a sorpresa. Davvero un libro sorprendente che, con scrittura originale, pone al centro il sempre attuale e mai risolto tema del conflitto fra natura e cultura. La natura si manifesta implacabile, spesso ostile, ma senza alcuna possibilità di scelta, se non quella della sopravvivenza, della causalità; dall’altra parte una famiglia benestante, ricca di opportunità e potenzialità, ma i cui rapporti fra i membri sembrano via via sempre più dominati dalla casualità, e il male e il bene sono semplicemente due strade che si pongono davanti ai protagonisti ad ogni momento; nulla pare scontato, tutto è imprevedibile. La possibilità di scelta, le decisioni che cambiano la vita, sono temi che permeano tenacemente le pagine di questo romanzo che il lettore non abbandonerà facilmente fino all’ultimo capoverso. Il personaggio di François, medico di grande fama, con due figli, una seconda moglie e un amore per i cani, amante dei buoni vini e della musica classica, è ottimamente riuscito, generando sentimenti di ambivalenza nel lettore e un altissimo livello di credibilità.