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La vendetta degli dei

La vendetta degli dei

Agamennone, re di Micene e comandante di tutti gli eserciti riuniti dell’intera Grecia, è fermo ormai da troppo tempo ad Aulide in attesa dei venti favorevoli che permetteranno finalmente a lui e alla sua flotta di salpare per Troia. È lì, infatti, che li attende la guerra per riportare a casa Elena, moglie di suo fratello Menelao. L’unico modo per capire come placare l’ira degli dèi è rivolgersi all’indovino Calcante, un anziano eremita in grado di interpretare il volere dello stesso Zeus, ed è proprio da lui che Agamennone si sta recando. Giunto con non poca fatica presso la dimora del vecchio, il re dei re comprende che l’indovino è già al corrente di ciò che vuole chiedergli e, soprattutto, che è in grado di fornire una risposta alla sua domanda. È Artemide, infatti, la dea che Agamennone ha offeso, seppur involontariamente, uccidendo un cervo a lei sacro durante una battuta di caccia. E, per concedere infine alla flotta il favore dei venti propizi, la dea è disposta ad accettare un unico sacrificio sul suo altare nel tempio di Aulide: quello di Ifigenia, la figlia maggiore di Agamennone e di sua moglie Clitennestra... Clitennestra, figlia del re di Sparta e moglie di Agamennone, è rimasta a Micene per regnare al posto di suo marito per tutta la durata del conflitto contro il popolo troiano. Ha sentito anche lei la profezia che prevede che la guerra non terminerà prima di dieci lunghi anni. Quella stessa guerra che Agamennone ha voluto intraprendere per riportare a casa Elena, sorella di Clitennestra, rapita dal principe troiano Paride. O forse fuggita con lui di sua volontà. In ogni caso, questa offesa merita di essere lavata col sangue. Clitennestra sa che Agamennone non è un uomo che perdona facilmente. È abituato a porre fine alle contese con le armi, così come ha fatto per riprendere il trono di suo padre, spodestando lo zio e i cugini. Lei stessa vive nel terrore di suo marito e, in tutta onestà, pensare che questo conflitto lo terrà lontano da Micene per così tanto tempo non le dispiace per nulla. Anzi, in cuor suo quasi spera di non vederlo tornare affatto. Mentre è intenta a godere della brezza serale sulla terrazza del palazzo reale, giunge un messaggero proprio da parte di Agamennone. Suo marito le ordina di inviare subito ad Aulide la maggiore delle loro figlie, Ifigenia. Lì, per placare l’ira della dea Artemide, sarà necessario celebrare un’unione benedetta: quella della fanciulla con il grande guerriero Achille. Ma questa richiesta lascia Clitennestra piuttosto perplessa, perché sa bene che solitamente gli dèi non richiedono matrimoni, bensì sacrifici...

Dopo Il segreto di Medusa, pubblicato in Italia sempre da Newton Compton nel 2021, La vendetta degli dèi è il secondo volume della serie dedicata dall’autrice britannica Hannah Lynn alle donne dell’antica Grecia, “Greek Women”. Da sempre, la regina Clitennestra viene dipinta come una spietata assassina che approfitta dell’assenza del marito Agamennone per impossessarsi del trono di Micene e affidarlo all’amante Egisto, cugino dello stesso Agamennone che, una volta tornato dalla guerra di Troia, viene brutalmente ucciso dai due. Le vicende legate alla stirpe di Agamennone e Clitennestra, narrate sempre e solo da un punto di vista maschile e patriarcale, non aveva mai preso in considerazione che la regina potesse avere anche solo un valido motivo per voler uccidere Agamennone (l’omicidio del primo marito Tantalo e del figlioletto), meno che mai due o tre (le continue violenze subìte o il sacrificio di Ifigenia). In questo retelling del mito, però, l’autrice pone al centro il punto di vista di una donna, Clitennestra, con un perfetto ribaltamento dei ruoli e del focus dell’intera vicenda. La regina, infatti, non è più solo la debole ma subdola donna che si affida all’amante per vendicarsi del marito, ma è una leonessa. Leggendo la sua descrizione sembra quasi di vederla ergere accanto ai due leoni scolpiti nella roccia sulla porta che dà accesso alla cittadella fortificata di Micene. E si sa cosa succede a chiunque tenti di recare danno alla prole di una leonessa. Come accaduto in precedenza, però, la Lynn tende a non aggiungere nulla di nuovo al mito principale e già più o meno conosciuto, quanto piuttosto a riunire insieme più racconti antichi collegati tra di loro. Il risultato finale, purtroppo, è quello di far perdere un po’ il filo del discorso al lettore e, soprattutto, abbandonare per strada alcuni dei personaggi principali. E così avviene anche in questo caso. A metà libro Clitennestra sparisce per lasciare il posto al figlio Oreste e al suo tormento interiore, diventando, così, ripetitivo e inconsistente. Dal momento che in questo genere di pubblicazioni vengono narrati miti antichi e, per questo, piuttosto noti, si sarebbe potuto osare un po’ di più. L’aggiunta di elementi e sviluppi nuovi avrebbe certamente sorpreso e stupito il lettore più del semplice collage qui pubblicato. Il tutto, possibilmente, con una maggiore attenzione ai refusi che nei romanzi della Lynn, al contrario di ciò che avviene con la suspense, purtroppo non mancano mai.