
Se l’affare andrà in porto, chiederà ad Alessia di sposarlo. D’altra parte, era ora! Villa Dujardin è in vendita già da alcuni mesi ma nessuno si è mostrato interessato fino ad ora e Giuseppe, immobiliarista, stava cominciando a perdere le speranze di riuscire a piazzare quell’immobile. La villa è un’antica dimora affacciata sulla sponda occidentale del lago d’Orta. Un tempo appartenuta ai Dujardin-d’Entréves, ricca famiglia torinese caduta poi in disgrazia, è stata acquistata verso la metà degli anni Ottanta dai Serra, che però non l’hanno mai abitata né vi hanno mai svolto lavori di ristrutturazione. Walter Serra, attuale proprietario dell’immobile, chiede una cifra che Giuseppe non ritiene congrua rispetto al valore reale della casa, ma la provvigione che l’immobiliarista potrà guadagnare in caso di vendita è davvero interessante. Ecco perché Giuseppe è felice che sia arrivata finalmente una proposta di acquisto: se tutto andrà come deve andare, farà le cose per bene. Acquisterà quell’anello che ha già visto in una gioielleria di Borgomanero ed organizzerà una cenetta con Alessia a Villa Crespi per chiederla in moglie. Già immagina la gioia della madre, la soddisfazione del padre e soprattutto l’invidia del fratello ipocondriaco e cocco di mamma Andrea, cosa che lo diverte più di tutto il resto. Resta il fatto che è strano che i Serra avessero acquistato una proprietà così importante senza mai abitarla, ma in paese si mormora che negli anni Ottanta un giovane Walter Serra, anche se prossimo al matrimonio, si incontrasse proprio presso Villa Dujardin con l’amante, una diciottenne di Gozzano, una certa Lucia Gargiulo, cognata di un operaio della Bemberg, tale Corrado Ruga, fratello di Rocco, bello e stronzo, sposato con Adelina Gargiulo e padre di tre figli. Addirittura, si diceva che Lucia avesse una storia anche con il cognato Corrado, perché la si vedeva quasi sempre al bar Adalgisa, di fronte alla fabbrica di filati in cui lui lavorava, all’orario di uscita, ad aspettarlo. Certo è che nell’agosto 1987 Corrado e Lucia scomparvero e di loro non si ebbero più notizie…
Il segreto di un vecchio caso irrisolto nascosto tra le mura di una sontuosa villa in vendita. La stessa casa che rappresenta per i nuovi acquirenti un sogno che si sta per realizzare è anche luogo in cui, in passato, il male si è annidato ed ha piantato radici. Un doppio filo narrativo che alterna fatti attuali a quelli di trenta anni fa, in una Gozzano operosa ma non immune dal pettegolezzo, specie se i protagonisti sono l’unico figlio maschio di una ricca famiglia - superficiale e furbo, gonfio e tronfio pavone - insieme ad una bellissima e confusa diciottenne - precoce ed effimera, intrappolata in un mondo di fantasia con il quale ha scelto di sostituire la realtà, un’intelligenza grezza votata all’autodistruzione, una fata dei boschi sotto un maligno incantesimo - e ad un padre di famiglia - cialtrone e vigliacco, incurante della giostra dei pettegolezzi sussurrati alle sue spalle e pieno di rancore verso quella gran bastarda chiamata vita. Per Giuseppe Guidetti, immobiliarista appassionato di cruciverba, scavare in quel passato - nel quale è stato coinvolto suo malgrado - e ricercare la verità diventa quasi un’ossessione, anche perché troppe cose non combaciano ed in paese tutti sembrano aver dimenticato troppo in fretta quel fatto di cronaca del 1987. Giuseppe - cui non appartiene quella realtà fatta di dubbi, tormentose supposizioni, speranza e disperazione altalenanti che invece sono la quotidianità per Adelina, moglie e sorella ormai invecchiata dei due scomparsi - si improvvisa investigatore, fa domande e scava nel passato, scontrandosi spesso con una certa reticenza o con le ipotesi più fantasiose. Fino ad arrivare ad una possibile verità, che magari non è l’unica. Perché a volte, quando si scopre una verità, è meglio lasciare stare per evitare di distruggere una speranza ed un sogno.