
David Raker è un uomo solo, un ispettore che si occupa di persone scomparse, un po’ per colmare il vuoto lasciato dalla morte della moglie Derryn, scomparsa otto anni prima dopo aver perduto una dolorosa battaglia contro il cancro. E se non fosse così? Se lo avesse solo immaginato in preda a un esaurimento nervoso? Il dubbio sorge quando l’ispettrice Field riferisce a Raker una notizia sconvolgente: al commissariato si è presentata una donna che sostiene di essere sua moglie. Incredulo e al limite dello sconforto, David accorre in fretta e furia e ciò che vede ha del fantascientifico. Una donna molto simile a sua moglie, con le stesse movenze, la stessa inclinazione della voce, ma che, soprattutto, conosce dettagli intimi della loro vita insieme, come se non si vedessero da due ore appena. Il mondo dell’ispettore più cupo di tutta Londra inizia ad andare in pezzi, abbattendo ogni giorno che passa la sua credibilità, fino a quando nemmeno sua figlia si fida della sua versione. Quel dolore quiescente torna a pulsare come una ferita aperta e più la donna racconta, più Raker vacilla: è possibile aver solo immaginato il funerale della propria moglie? Con uno sguardo dubbioso nei confronti della sua stessa vita e del suo amore più grande, Raker inizia a indagare autonomamente sul conto della donna, in una spirale sempre più concitata di rivelazioni e menzogne, il tutto unito da un filo rosso: l’amore per Derryn…
Un thriller che si adatterebbe benissimo a una trasposizione cinematografica, perché di protagonisti ben definiti come David Raker non capita di incontrarne spesso. Cupo e tormentato da un alone fittissimo di misteri, in questo nono capitolo della saga iniziata nel 2013 con Morte sospetta l’autore ci stupisce con un nuovo lato dell’ispettore londinese. Per la prima volta, Raker non si occupa semplicemente della scomparsa di un estraneo: è come se fosse lui quello che non si trova più, come se tutto ciò in cui ha creduto negli ultimi anni non fosse mai accaduto. Il lettore entra completamente in empatia con il protagonista e viene rapito dal suo profondo amore per Derryn, vissuto in maniera totalizzante. Fin dall’inizio viene istintivo formulare ipotesi, come capita in ogni romanzo thriller così coinvolgente, ma l’ingegno di Weaver ha decisamente la meglio (e menomale!) e riesce a spiazzare il lettore. Ogni certezza sembra vacillare in questo efficacissimo thriller psicologico, così come il protagonista sembra perdere ogni riferimento razionale, ogni punto fermo, ogni ferrea logica, quella che sempre lo ha guidato nel suo lavoro. Particolarmente incisivo e apprezzabile lo scenario di questo romanzo, una Londra cupa, piena di angoli bui e talmente grande da nascondere una serie di mezze verità potenzialmente infinita. La prosa è molto scorrevole, lo stile di Weaver ricorda da vicino l’arte della deduzione di Sherlock Holmes. In sostanza, questo libro ha tutti gli ingredienti per essere una storia coinvolgente, che vi porterà a dubitare un po’ di tutto e un po’ di niente, di certo trascinandovi all’inferno insieme a David Raker.
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