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La verità su tutto

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È così che inizia, per Cleopatra, in uno di quei giorni. Laura, la sua fidanzata, è a Francoforte per lavoro. Un certo “formicolio” di desiderio, dodici euro e novantanove per un video porno amatoriale, selezionato a intuito fra tanti. Davanti alla telecamera c’è una ragazza con i capelli rossi e corti. È lei? Non ci sono i tre piccoli nei sul collo e la ragazza nel video ha un tatuaggio sulla schiena… ma sembra proprio lei, Emma, la ex che Cleopatra ha lasciato anni prima per stare con Laura. Cleo tira fuori vecchie foto, le confronta con il viso che dallo schermo guarda verso lo spettatore con un velo di tristezza negli occhi… “Come è andata, Emma, mi dicevo, che cosa è successo perché io ti ritrovi oggi lì? Cosa ti ho fatto? Quanto male ti ho fatto?”. Riflette, Cleo, sul male. Il pensiero diventa “un siero appiccicoso e uniforme”, un’angoscia vaga. Quanto male ha fatto nella sua vita? A partire dall’infanzia rintraccia tante piccole negligenze. Il parlar male di Marzia, quella che aveva una gamba più corta, da bambina. Il “frizzino fatale” in faccia al Mugnai al campo estivo. O ancora, la carognata fatta alla Pia Nandretti da adolescente. Il concorso truccato, un inganno, pur accettato, per un posto al dipartimento di scienze sociali. Come sopperire alle colpe, al male fatto? Il meccanismo si è ormai messo in moto e gli eventi “non possono che andare dove devono, come l’acqua proverbiale che mai si rifiuterà di scendere al mare”...

L’ultima fatica letteraria di Vanni Santoni porta in scena un suggestivo pellegrinaggio spirituale in chiave contemporanea, quello della giovane e carismatica sociologa Cleopatra Mancini – personaggio già apparso nel romanzo Muro di casse (Laterza, 2015) e in un racconto compreso nella raccolta L’età della febbre (Minimum Fax, 2015). Un percorso che prende avvio da una profonda crisi esistenziale, da una – ironica, beffarda – casualità: un video porno in cui Cleo riconosce la sua ex Emma. È stato forse il tradimento di Cleo a spingere Emma su questa strada? Quanto male ha inconsapevolmente fatto, Cleo, nella sua vita? E infine, è davvero possibile non perpetrare il male? Da questa domanda scaturisce l’ascensione decisa e progressiva di Cleo, la tensione da una conoscenza squisitamente accademica a risoluzioni sempre più estreme: l’abbandono del lavoro e degli affetti, la ricerca di una verità da scovare riavvolgendo i fili di mistica occidentale, dottrine orientali e rave culture, testi alla mano e tulpe illustri a indirizzare il cammino. Cleo incontrerà le più curiose comunità spirituali della provincia Toscana – Hare Krishna e Zeitzé, Folletti e smeragdini – viaggiando da Pontremoli all’utopica città di Shaktiville, di ashram in ashram, fino a divenire Shakti Devi, venerata dea e capo spirituale di una vera e propria setta. Un romanzo che rivela un lavoro notevolissimo di preparazione, che trabocca di spunti. Che pure talvolta, va detto, rischia di perdere in coinvolgimento a favore di un’impronta filosofico-metafisica di non sempre facile comprensione, ma che riesce senz’altro a toccare tutti gli snodi critici dell’incontro tra una ricerca spirituale “moderna”, sincretistica, e un discorso più finemente sociale e politico che abbraccia debolezze e paure di una società “al tramonto”, precarietà, fanatismo, ipocrisia. Tanta roba, insomma, e per chi già è solito frequentare la produzione di Santoni non sarà una sorpresa, bensì una conferma. La scrittura dell’autore di Montevarchi è quasi impeccabile, curata, spesso ironica, virtuosa ma sempre con misura. Senz’altro un viaggio affascinante, unico nel suo genere: se amate le sfide molto impegnative, questo libro fa per voi.