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La viaggiatrice leggera

La viaggiatrice leggera
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Una mattina, Katharina è presa da un attacco di qualcosa, forse malanimo, forse la casa sopra di lei si è fatta troppo pesante. Forse è malinconia. Qualunque sia la causa, è il prodotto di quel malessere ad avere dell’incredibile: Katharina si mette alla macchina da scrivere e spedisce lettere a “chiunque avesse a che fare con i viaggi o con i posti lontani”, ponendo una domanda precisa: c’è modo di trovare un posto gratis o quasi su una nave qualunque diretta a una meta qualsiasi? La risposta, dopo diverse peripezie, è sì. Katharina parte con due soldi in tasca, un caschetto da esploratore in testa e in spalla un ukulele. Passa da Vienna all’Italia, dall’Egitto all’India, attraversando il Sud Est Asiatico, la Cina, il Giappone e gli Stati Uniti. Fa tappa nelle città, osserva con curiosità le persone, le commenta, flirta e ride e respinge corteggiatori, canta di fronte alla folla o alle telecamere, dipinge per racimolare qualche soldo per proseguire e partecipa alla caccia alla tigre. Tra una rappresentazione teatrale incomprensibile, un viaggio scomodo in una cuccetta per sole donne, frecciatine rivolte alla sua impresa e alla sua morale, Katharina difende con fermezza, scaltrezza e una certa elegante faccia tosta il proprio diritto a viaggiare libera, e leggera…

La viaggiatrice leggera è il resoconto del lungo viaggio che la venticinquenne Katharina Von Arx, svizzera, studentessa d’arte a Vienna, compie in solitaria all’inizio degli anni Cinquanta, senza molti altri mezzi se non la propria personalità tutt’altro che mite e convenzionale. Forse si sente imprigionata in un ambiente che non ha più nulla da darle e decide di puntare verso l’orizzonte lontano, il più lontano possibile. Il suo è un viaggio che ha dell’incredibile anche oggi, settant’anni dopo, quando le donne non hanno ancora conquistato il diritto a spostarsi da sole per il mondo senza attirarsi addosso biasimo e attenzioni non richieste. Katharina è una protagonista che incarna valori portati alla ribalta solo da qualche anno e per questo è inevitabile legare con lei: una ‘ragazza leggera’ nel senso migliore del termine, uno spirito non appesantito da paure e pregiudizi. Una donna determinata, divertente, divertita dalla vita e dai tanti episodi che si succedono lungo il cammino, curiosa e desiderosa di scoprire e determinata a proseguire, distruggendo nel processo i limiti imposti dalla società. Una donna capace di distinguere le tigri dagli agnelli, ma anche fallibile e impaurita dalle brutte esperienze che, anche quelle, capitano. Di solito, a causa di uomini che male interpretano il suo modo di essere e scambiano il suo portare i pantaloni, il suo modo di interagire paritario e il suo essere libera come il marchio di una preda facile. Katharina, però, decide di non lasciare che questo intacchi la sua sostanziale fiducia nei confronti degli esseri umani e nel suo resoconto di viaggio, ai peggiori riserva soprattutto tagliente sarcasmo. La viaggiatrice leggera è quindi un racconto che parla al lettore di oggi in modo sorprendentemente diretto, anche per lo stile asciutto, a tratti giornalistico, e intriso di sagace ironia. Un resoconto di viaggio che si legge come un romanzo, per andarsene in luoghi lontani insieme a un’accompagnatrice indimenticabile.