
Rafi ha quindici anni quando sua madre muore e finalmente lo libera dalle sofferenze dovute al suo difficile rapporto con lei. Suo padre Tuvia però è distrutto e sembra non riuscire a continuare a vivere in sua assenza. Nell’inverno del 1963 arriva improvvisamente nella loro vita Vera Novak. Vera è una donna jugoslava ebrea che ha perso il marito ed è in fuga dal proprio Paese. Si presenta al kibbutz assieme alla figlia Nina, una ragazza diciassettenne dal volto pallido e perennemente inespressivo. Rafi, mentre vede suo padre trovare la serenità perduta ricominciando insieme a Vera, si innamora perdutamente di Nina. Un rapporto burrascoso che si trascina tra le continue infedeltà di Nina e l’infinita pazienza di Rafi che continua ad amarla, nonostante tutto. Anche quando Nina, un giorno, abbandona lui e la loro figlioletta Ghili per andarsene a New York e vivere lontano da loro. Dopo molti anni, nel 2008, in occasione della festa del novantesimo compleanno di Vera, Nina riappare al kibbutz, per la sorpresa di tutti. Ha delle domande da rivolgere sua madre Vera che la tormentano da anni ormai e un segreto da confessare alla sua famiglia. A sua volta, anche Ghili vuole sapere perché sua madre l’abbia abbandonata da piccola, senza mai voltarsi indietro. Una vera e propria resa dei conti, un chiarimento finale che però non può avere luogo in Israele. Deve necessariamente compiersi dove tutto è cominciato: in Croazia, sull’isola di Goli Otok per la precisione, dove Vera è stata internata in un gulag…
La vita gioca con me è il nuovo attesissimo romanzo del celebre scrittore israeliano David Grossman. Una vera e propria epopea familiare, liberamente ispirata alla vita di Eva Nahir Panić, grande donna, prima partigiana conto i nazisti e poi sopravvissuta alle brutture della dittatura titina per sospette simpatie staliniste. Nel corso dei venti anni di amicizia con l’autore ha avuto modo di raccontargli le vicissitudini della sua famiglia e questo romanzo ne è il risultato. Per chi volesse approfondire sono disponibili in rete anche molti documentari a riguardo. Vera, la coriacea matriarca del romanzo, è proprio modellata sulla sua figura anche se la voce narrante del libro è sempre quella di Ghili, sua nipote, che però ha cresciuto come una figlia. Ghili esterna le sue emozioni e sensazioni nelle pagine del suo diario che servirà anche da sceneggiatura per il documentario che suo padre ha deciso di girare sulla figura di Vera. L’autore è abilissimo, come sempre, nel rappresentare in maniera assolutamente credibile e veritiera le psicologie ferite di tutti i protagonisti, ognuno con il suo carico di segreti e drammi irrisolti. Anche Nina, solo apparentemente l’elemento antagonista della storia, è solo una persona che ha sofferto tantissimo e che dà agli altri ciò che ha ricevuto. Tre generazioni a confronto che si districano tra memoria e sofferenze per giungere alla fine al perdono. Un romanzo di grande profondità e speranza che entra dentro e semina qualcosa.
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