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La vita intima

La vita intima

È la mattina di mercoledì 21 febbraio e ci affacciamo nella vita di Maria Cristina Palma richiamati da un urlo di dolore: l’alluce del piede della donna è appena stato colpito da un peso di cinque chili di ghisa che il suo personal trainer, Mirco “Tonik”, ha fatto incautamente scivolare dal bilanciere. La donna senza fiato fa segno al giovane personal trainer nel panico di stare calmo, ma “in quel momento non esiste al mondo, forse al mondo sì, ma di sicuro non nel primo municipio romano, persona più lontana dalla calma di Mirco Tonik. L’alluce che ha acciaccato è uno dei più preziosi fra i sedici miliardi di alluci che calpestano il pianeta”. Perché Maria Cristina Palma è, in ordine sparso: moglie del Presidente del Consiglio, donna più bella del mondo, ex atleta di salto con l’asta ed ex modella e suoi sono i piedi più cercati su Wikifeet insieme a quelli di Selena Gomez. Ma suo anche il soprannome di “Maria Tristina” per le sciagure che costellano la sua esistenza tra privilegio e tragedia: a soli 42 anni, Maria Tristina ha dovuto già sperimentare l’abbandono del padre, la morte prematura della mamma e quella ancora più prematura del fratello Alessio, fino alla più recente: quella di Andrea Cerri, suo primo marito e unico amore, in un incidente stradale da cui lei invece uscirà viva, con una parte del corpo ustionata. Domenico Mascagni, suo secondo marito e attuale presidente del Consiglio, lo conosce a 32 anni. Lo stesso anno nasce Irene, sua figlia…

Rassicuro i lettori: siamo solo a pagina 20 delle 300 circa del nuovo romanzo di Niccolò Ammaniti. Da quella mattina seguiremo Maria Cristina Palma per sette giorni, fino a martedì 27 febbraio. Sette giorni nella vita intima di una donna decisamente “non comune”, sette giorni in cui Maria Cristina Palma viene disvelata, strato dopo strato, reazione dopo reazione, decisione dopo decisione, in cui al registro grottesco a cui Ammaniti ci ha abituato con i suoi romanzi (uno su tutti, Che la festa cominci) si sostituisce una empatia per il personaggio di Maria Cristina che culmina con le pagine specchio del racconto lirico e intimo della casa sull’albero di Niccolò bambino con il ritrovamento del maiale sciatore. Sono passati otto anni dall’ultimo romanzo di Niccolò Ammaniti. In mezzo, la scrittura di una serie tv (Il miracolo) in cui troviamo, di nuovo, un primo ministro e sua moglie: forse uno dei personaggi migliori mai scritti (e interpretati) in una serie tv italiana. Chissà come mai gli riesce così bene stare dentro la testa di una donna, lui che è un uomo. Chissà come mai gli riesce così bene capire il mondo dei social network, lui che non ne ha. Forse perché senso di colpa, volontà di compiacere il prossimo, controllo del consenso, paura del giudizio sono, in fin dei conti, sentimenti che ci accomunano tutti, e più di ogni algoritmo, determinano il nostro modo di presentarci al mondo, con buona pace dei social. Finalmente una storia, una trama, dei personaggi, un punto di vista, un finale che prende una posizione, la delimitazione netta fra ciò che è bene e ciò che è male, fra la verità e la menzogna, fra le decisioni giuste e quelle sbagliate. In tempi di complessità, di incertezze, di scarsità di punti fermi, non è così insensato aspettarsi almeno dalla letteratura uno spiraglio di luce. Ma è insperato trovarlo fatto così bene.