
Quinn misura la sua stanza in cartoni per la pizza: di quello si nutre ormai da sei mesi, da quando la morte di sua sorella Annabeth ha congelato il tempo. Uno schifo di sedicesimo anno di vita. Ha spento il cellulare e ha cancellato tutti i suoi account social perché non ne poteva più di false rievocazioni di Annabeth, gente che quasi non la conosceva che la tagga sotto foto che a lei non sarebbero mai piaciute. Che ne sanno quelli del sogno dei fratelli Roberts, diventare due grandi cineasti? Da quando è ragazzino Quill scrive storie, che poi sceneggia insieme ad Annabeth, la sua regista. Quanti personaggi hanno già creato, quante parole già scritte, cancellate, corrette, quanti attori sua sorella ha già diretto per tradurre in scena quello che era solo nella mente del ragazzo. E adesso? Tutto finito, per colpa di un maledetto cellulare che la ragazza aveva in mano un attimo prima di bruciare un semaforo rosso, mettendo fine alla sua vita contro un muro. Tutto vero, tutto giusto ma Geoff non ne può più di fare a meno del suo migliore amico, ok il lutto ma a un certo punto, in qualche modo, magari con una spintarella, la vita deve andare avanti. Così, con la scusa di comprare un condizionatore nuovo, Geoff trascina Quill fuori di casa e in un attimo i due si ritrovano a una festa di ragazzi più grandi, ma che ci fanno lì? Quill si sente a disagio, forse non era poi così pronto, ma all’improvviso gli occhi intensi di Amir incontrano i suoi e qualcosa si rimette in movimento…
Il dolore della perdita a 16 anni, qualcosa che nessuno dovrebbe vivere mai. Nella giovane esistenza di Quill, nerd di provincia, il lutto per la morte della sorella sembra un accanimento della sorte: mollati dal padre di punto in bianco, con una madre la cui fisionomia ricorda un po’ le atmosfere di Buon compleanno Mr. Grape, con quell’unico sogno di scrivere per il cinema, condiviso solo con la sorella. Povero ragazzo, di dolore ne aveva già masticato abbastanza. Quando la china sembra ormai troppo ripida da risalire, all’improvviso una mano tesa: è l’amicizia, che per un adolescente è totalizzante e salvifica quanto un lutto può essere disperante e distruttivo. Bellissimo il rapporto tra i due protagonisti maschili, descritto con realismo e tatto; durissimo lo scontro tra i due amici al momento della grande rivelazione ma di nuovo, l’affetto e il rispetto prevalgono e da un sentimento meschino come quello della gelosia sboccia il fiore della verità, fino al coming out finale vissuto e raccontato con una delicatezza davvero notevole e spontanea. E così anche il personaggio della madre, che per gran parte della narrazione è quasi di contorno, offre sul finale una immagine fortissima di pura dedizione e amore. Qualcosa che va molto al di là della tolleranza e dei sensi di colpa (altro tema che scorre tra le pagine): è la storia di una seconda possibilità, una storia di amore nel senso più ampio del termine, amore per gli amici, amore per la famiglia, amore per sé stessi e, a dispetto di ogni sofferenza, amore per la vita.