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La vita prima dell’uomo

La vita prima dell’uomo

Elizabeth e Nate vivono sotto lo stesso tetto, ma distanti anni luce. Separati da innumerevoli silenzi, da colpe taciute e da insicurezze. Tutto di loro viaggia a velocità differenti tranne le bambine, frutto di un amore ormai sfiorito. A rendere ancora più invalicabile il mastodontico muro che li divide è Chris. O meglio, il suo fantasma. Elizabeth e Nate ormai lo fanno da anni: scelgono degli amanti con cui poter avere una parvenza di felicità, un ricordo di quell’amore che sembra in grado di tenere in vita le persone. Entrambi sono ben disposti a conoscere i nuovi amori del partner. Questo fino a Chris. Dopo il suo suicidio, la vita della coppia cambia prospettiva. Elizabeth non sa più come fosse la sua vita di prima. Prima di Chris, prima di trasferirsi in un pianeta opposto rispetto a quello di Nate, prima che la madre morisse e lei fosse affidata alle violente cure di zia Muriel. Prima di smettere di vivere la sua vita. Cosa si può fare quando un amore finisce? Lottare ancora, perché il rischio di riscoprirsi nella propria individualità sarebbe un pericolo troppo grande. La capacità di tenere Nate ancorato alla sua vita è l’unica certezza. Questo, prima dell’arrivo di Lesje. Cosa vede Nate in lei? È fin troppo magra, rintanata tra i fossili di dinosauro all’interno del museo, silenziosa ed impacciata. Eppure, stavolta, sembra disposto a dare un taglio netto alla loro vita tenuta in bilico da taciti compromessi. Il disperato attaccamento al passato ed il rifiuto per l’evoluzione rende tutti e tre parte di una stessa, singolare, era umana. In questo spazio – tempo è l’incomunicabilità a farla da padrone. Il distacco, la paura, la disgregazione ne sono i sudditi. Un vasto mondo in cui gli idilliaci paesaggi che Elizabeth tanto ama esistono davvero. Dove i dinosauri che rassicurano Lesje attraversano le praterie immerse nel verde. Dove i giocattoli che fabbrica Nate rendono davvero le sue figlie più vicine a lui. Un mondo fatto di sogni, una bellissima prigione che chiude la realtà fuori dalle sbarre...

Dobbiamo a Margaret Atwood successi come Il racconto dell’ancella, L’altra Grace e Il canto di Penelope, amati non solo dai lettori, ma anche dalla produzione cinematografica. Sia Il racconto dell’ancella che L’altra Grace sono diventate serie tv di enorme successo. La scrittura dell’autrice, infatti, vanta uno stile unico nel suo genere. Nelle immagini da lei create, cupo ed elegante si fondono in un perfetto equilibrio, senza che nessuno abbia mai il sopravvento sull’altro. I personaggi dei suoi romanzi subiscono tra le pagine una vera e propria autopsia. Essi sono spesso più vicini all’intorpidimento della morte che al calore della vita e, con una maestria sopraffine, ne viene indagato il perché. Ne La vita prima dell’uomo i protagonisti sopravvivono nell’immobilità. Non è un caso che Nate fabbrichi giocattoli, Elizabeth organizzi mostre di quadri e Lesje studi i fossili dei dinosauri. I tre condividono una propensione per ciò che è fermo, statico ed immutabile. La loro è una condizione che mira sempre al non esporsi, al non prendere decisioni, al non fare scelte. Il matrimonio di Nate ed Elizabeth sarebbe potuto finire anni prima. Tuttavia essi preferiscono tradimenti consapevoli ad una presa di posizione che scuoterebbe le loro precarie vite. L’incapacità di comunicare rende l’atmosfera disturbante e i traumi, mai affrontati, prendono misure angoscianti. Il suicidio di Chris scatena in Elizabeth il ricordo degli orrori vissuti durante l’infanzia e ci si chiede se essi siano mai stati affrontati con il marito. Se, davanti ad una bottiglia di vino e protetti dal buio, i due abbiano mai pianto tentando di rimarginare le proprie ferite. I protagonisti subiscono un’evoluzione nel corso della storia. Sarebbe anzi meglio parlare di dis-evoluzione. Essi vanno via via estinguendosi. Più le pagine procedono e più si entra nella loro intimità, causandone, a lettura terminata, un senso di mancanza palpabile. Pochi come la Atwood riescono a compiere la magia di portare le storie narrate dentro le mura della vita del lettore. In ogni caso, è una bellissima violazione di proprietà privata.