Helmut e Reinhold avevano la pertosse e l’aria di montagna avrebbe sicuramente dato loro sollievo; proprio per questo i due fratelli avevano raggiunto con i propri genitori la malga Brogles alla base delle Torri Fermeda. Il padre era appena rientrato dopo la terribile guerra e trascorreva il tempo che passava lento tra la legna da tagliare, la caccia, e i pochi acquisti settimanali nell’emporio del padre di sua moglie. L’infanzia del piccolo Reinhold, così come la sua giovinezza, ebbe come testimoni le montagne amatissime dell’Alto Adige, quelle su cui si arrampicava già a cinque anni, il cielo mai uguale a se stesso, le valli abitate in modo modesto, nelle quali le comunità erano davvero democratiche. Comunità di uomini e donne fieri, duri, ognuno con il proprio ruolo, come quelle incontrate in luoghi lontani, dalla Nuova Guinea, all’Africa Orientale, alla Groenlandia nei tanti viaggi pieni di avventura che hanno rappresentato la vita di Reinhold Messner come noi lo conosciamo…
Sono più di tremilacinquecento le vette raggiunte in tutti i continenti da questo grande esploratore, primo alpinista a guadagnare la cima dell’Everest senza l’ausilio dell’ossigeno. Viaggiatore e cercatore, affascinato dalle storie sacre legate alle montagne dei continenti asiatico e africano, persino politico schierato per la difesa dell’ambiente e della montagna, in questo libro c’è sopra ogni altra cosa la storia di un uomo, che oramai settantenne ripercorre con fierezza la propria storia. Lo fa parlando del suo rapporto con la giustizia, con la sua idea di patria, con la legge della natura che è stata più di ogni altra la sua legge. Fiero di essere appartenuto e di appartenere ancora ad una “società tradizionale alla periferia del mondo” che gli ha permesso di imparare a percorrere la propria strada, a proprio modo senza tradire mai la sua idea di libertà.
Sono più di tremilacinquecento le vette raggiunte in tutti i continenti da questo grande esploratore, primo alpinista a guadagnare la cima dell’Everest senza l’ausilio dell’ossigeno. Viaggiatore e cercatore, affascinato dalle storie sacre legate alle montagne dei continenti asiatico e africano, persino politico schierato per la difesa dell’ambiente e della montagna, in questo libro c’è sopra ogni altra cosa la storia di un uomo, che oramai settantenne ripercorre con fierezza la propria storia. Lo fa parlando del suo rapporto con la giustizia, con la sua idea di patria, con la legge della natura che è stata più di ogni altra la sua legge. Fiero di essere appartenuto e di appartenere ancora ad una “società tradizionale alla periferia del mondo” che gli ha permesso di imparare a percorrere la propria strada, a proprio modo senza tradire mai la sua idea di libertà.