
Il 21 maggio del 1884 il “Saint Michel III”, lo yacht di Giulio Verne, attracca a Vigo per un’avaria ad una caldaia. Per nulla infastidito lo scrittore decide di scendere a terra con Pierre, il suo giovane marinaio. La meta? Una farmacia. Pierre non fa domande, è felice da quando si è imbarcato, Verne gli ha consegnato il tesoro più grande: gli ha insegnato a leggere e scrivere. Si incamminano in silenzio. Al pianoterra di una casetta di pietra a due piani ecco la farmacia con un balconcino in ferro battuto traboccante di fiori viola, bianchi e gialli e sulla porta un cartello in legno con una scritta: “Sono molte le lezioni che si possono apprendere dallo studio delle piante, se si cerca il vero spirito della saggezza”. Siamo nel posto giusto, esclama Verne, entriamo! La porta emette un tintinnio delicato: un filo di conchiglie marine pende dal soffitto e si muove ogni volta che entra qualcuno. È un modo per avvisare il proprietario dell’arrivo di un cliente, nel caso si trovasse nel retrobottega a lavorare nel suo laboratorio galenico. Lì Philipot infatti trascorre molte ore tra piante, libri e pozioni, aveva imparato il mestiere del farmacista da suo padre, quando era ancora un bambino. Con lui c’è Violeta, sua nipote, immersa nella lettura. Il farmacista arriva al banco per servire i clienti e Giulio Verne si presenta, dal retro si sente il tonfo di un libro che cade, Violeta si fa rossa, per gli sguardi scambiati furtivamente con Pierre e per l’emozione di avere il suo scrittore preferito davanti. In che cosa posso servirla? chiede il farmacista, Verne risponde che il suo mozzo ha una brutta tosse e vuole ordinare un balsamo di nauriluim e menta. Alla parola naurilium, Philipot si irrigidisce. Come fa quell’uomo a sapere? È uno dei segreti meglio celati della Società Segreta delle Piante con Proprietà Occulte, di cui lui fa parte da oltre trent’anni. Le foglie di naurilium hanno un potere curativo fuori dal comune si stanno facendo esperimenti e ricerche e anche lui ci lavora per la sua adorata moglie Melisa... Per quale vero motivo è qui Signor Verne, chiede Philipot, per le donne pianta, risponde. È solo una leggenda, dice il farmacista, mascherando male un certo nervosismo. Violeta piomba dietro di lui, come per difenderlo, le donne pianta non esistono dice accarezzando affettuosamente la testa della nipote. Da quel gesto innocente però una nuvola di finissimo pulviscolo giallo si sprigiona dai capelli della ragazza, Verne è certo di essere sulla strada giusta...
Con La vita segreta delle donne fiore siamo subito immersi in una storia che cattura. Bisognerà terminare il libro per conoscere l’identità di chi narra questa storia piena di natura, di mare, di desiderio di avventura, in cui al centro dell’attenzione c’è una specie umana mai conosciuta, le donne pianta, una stirpe millenaria i cui membri hanno una bellezza speciale. Il segreto che scorre nelle vene di nonna Melisa e di sua nipote Violeta è quello, sono donne pianta, sono legate ad un nephea, una piccola creatura parte di loro e ad un albero destinato loro nel quale si tramuteranno morendo, ma per completare la trasformazione devono recarsi nel bosco sottomarino. Verne ha un sottomarino ideato da Antonio Sanjurio che non ha ancora provato ed è per questo motivo che si offre di aiutare Violeta e suo nonno per la definitiva trasformazione di nonna Melisa. Un personaggio assente nella prima parte è Lilium, la mamma di Violeta, che sembrava fosse sparita nel nulla, abbandonando la figlioletta per un artista di circo e per una chiamata ancora più importante, quella della sua stirpe. Un dettaglio che spinge continuamente alla lettura è l’idea della Costas di mettere all’inizio di ogni capitolo due righe che sintetizzano quello di cui parlerà, andando a stuzzicare il lettore. Questo è un romanzo completo che racchiude al suo interno il primo amore, l’importanza dell’amicizia e soprattutto della famiglia, la magia, ma allo stesso tempo un grande realismo. Ledicia Costas ha creato una storia con dati storici reali, la visita di Verne a Vigo per provare il sottomarino per la prima volta nel fiume e altre cose inventate che si fondono in modo verosimile ed elegante. Giulio Verne affermava che le cose strane e meravigliose delle avventure che scriveva non erano poi un granché se paragonate alla meravigliosa avventura che è vivere. Un altro tema è l’importanza della lettura, Violeta passa le sue ore leggendo i romanzi di Verne, Pierre ha imparato a leggere grazie a lui e i giovani lettori potranno incuriosirsi a questo grande autore della narrativa fantastica. Questo libro è un omaggio per lui. Ledicia Costas è nata Vigo, in Galizia, nel 1979 ed è una delle più note autrici spagnole per ragazzi. L’opera (il titolo originale è Verne y la vida secreta de las mujeres planta) si è aggiudicata nel 2015 il Premio Lazarillo e il Premio Fervenzas Literarias per la migliore opera letteraria giovanile nel 2016.