
Italia, Basso Medioevo. Il marito torna a casa dopo un lungo viaggio di lavoro e la moglie per farlo contento prepara per lui una bella cenetta: in cuor suo la donna spera di trascorrere una serata focosa, ma lui dopo essersi rimpinzato lo stomaco si addormenta lasciandola inappagata. Alla fine anche lei riesce a prendere sonno, ma è insoddisfatta e ciò che sogna attesta il suo stato d’animo: si vede circondata da bancarelle in un grande mercato, dove in bella vista sono esposti membri di varie dimensioni e fattezze. Resta colpita dalla qualità della merce, tutte misure extralarge che potrebbero benissimo farla sentire appagata... Un contadino è da sempre devoto a San Martino. Una mattina gli appare il santo che, nella tradizione delle favole più entusiasmanti alle orecchie del popolo, gli concede di esprimere quattro desideri che sicuramente si avvereranno. Il contadino torna subito a casa per informare la moglie, che all’inizio lo rimprovera per aver abbandonato troppo presto il suo posto di lavoro, facendo sentire al pover’uomo la voce della padrona, ma poi lo avvolge nelle moine quando capisce che le viene offerta l’opportunità di fuggire dalla povertà. Purtroppo la carenza del piacere sessuale sembra alla donna una sventura ben più grave della mancanza del denaro, così dopo aver avuto dal consorte il permesso di esprimere il primo desiderio, chiede che il corpo dell’uomo si cosparga di falli. Vistosi trasformato in uno scherzo della natura, il contadino fa in modo che anche il secondo desiderio vada sprecato, chiedendo che la moglie a sua volta si cosparga dappertutto di vagine. Terrorizzati per gli effetti deleteri delle loro richieste, i due coniugi usano il terzo desiderio per far sparire dai loro corpi i genitali osceni che li deturpano... Una giovane donna non consente al padre di assumere la servitù, perché conosce bene il linguaggio osceno delle persone del popolo e non lo sopporta. Quando si presenta un giovane beneducato e dallo sguardo ingenuo, finalmente la ragazza accetta di far entrare un tuttofare in casa sua, ma la sera se lo ritrova nel letto pronto con fare scaltro ad invitarla a concedergli il suo corpo, stando ben attento a evitare le volgarità. Quello del giovane è un sottile gioco di allusioni a cui nessuna donna saprebbe resistere...
Nella breve introduzione a questa raccolta di storielle, che nella maggior parte dei casi dire piccanti non è abbastanza, Alessandro Barbero fa notare al lettore come la differenza di linguaggio fosse nel passato l’aspetto che più distingueva le signore dalle popolane. Solo queste ultime si spingevano a pronunciare volgarità che potevano essere sopportate solo in bocca agli uomini. Se prendiamo il Decameron, malgrado i riferimenti sessuali abbondino, che in effetti Boccaccio volesse scrivere delle storie prettamente dedicate alle donne colte e altolocate per sollevarle dalle noie della loro routine lo si capisce notando come abbia evitato accuratamente le forme linguistiche volgari, tanto divertenti alle orecchie degli incolti, limitandosi alle allusioni. Scelta che non ha poi impedito all’opera di avere una larga diffusione anche attraverso il popolo. All’introduzione seguono venti fabliaux tradotti dal francese in un linguaggio non sempre curato, dove si riconoscono alcune forme morfosintattiche non del tutto corrette. Sono storie semplici, sicuramente al tempo scritte con lo stesso spirito con cui oggi si girano film osé che in alcuni casi possono giungere a sfiorare la pornografia, pensate per divertire e sollecitare gli appetiti sessuali. Al pari delle novelle boccaccesche, i fabliaux sono uno spaccato della società medievale, almeno di alcuni comportamenti che ci lasciano intuire come le persone del tempo fossero animate dagli stessi interessi degli uomini moderni. Ma raccontare tutto questo in modo serio poteva rappresentare un pericolo per chi riportava per scritto o oralmente le storie tradotte da Barbero, così si preferiva lo stile comico per ridurre la gravità degli accaduti, con l’intento di far credere che si trattasse solo di uno scherzo. E invece tra le righe i fabliaux spesso contengono riflessioni interessanti non solo sugli eccessi sessuali, ma anche su altri temi sociali come il rapporto tra i coniugi e l’atteggiamento ipocrita e a volte prepotente del clero. Peccato che l’autore eviti di aggiungere doverosi commenti per guidare il lettore nella comprensione di queste esilaranti storielle. Docente di Storia Medioevale presso l’Università del Piemonte Orientale a Vercelli, Alessandro Barbero è uno degli storici più conosciuti. Nelle sue trasmissioni televisive e nei suoi interventi pubblici ha affrontato con un linguaggio semplice e per questo accessibile alla massa, tematiche centrali nelle vicende di ogni periodo. Tra le sue ultime pubblicazioni Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali (Laterza, 2015), Le ateniesi (Mondadori, 2015), Le parole del Papa. Da Gregorio VII a Francesco (Laterza, 2016), Caporetto (Laterza, 2017) e Dante (Laterza, 2020).