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La volpe

La volpe

Due del mattino, periferia di una normalissima città della provincia inglese. Gli uomini delle Forze Speciali, dopo aver circondato silenziosamente la casa, sono pronti all’azione. L’obiettivo dell’operazione è la cattura dell’hacker più pericoloso al mondo, capace di entrare nel sofisticatissimo sistema di sicurezza americano senza lasciare nessuna traccia e, cosa strana, senza rubare, sabotare o distruggere nulla, come a voler lanciare una sfida, dimostrare di essere il più bravo, come in un gioco. Pochi mesi prima gli esperti del National Security Agency di Fort Meade avevano scoperto che l’archivio più segreto degli Stati Uniti era stato violato. E così, dietro l’ordine perentorio del capo del mondo occidentale, era scattata una caccia all’uomo soprannominato la Volpe per la capacità di sfuggire a qualsiasi tentativo di rintracciamento. Dopo tre mesi di ricerche la caccia si è conclusa in Inghilterra. Due ore più tardi, nel pieno cuore della notte, il terzo trillo del telefono costringe Sir Adrian Weston a sollevare la cornetta mentre pensa che il Primo Ministro era una donna che non dormiva mai. Quando Sir Adrian era un ufficiale dei parà e poi agente dell’M16, i documenti segreti dei Paesi erano cartacei e custoditi in archivi protetti da uomini armati. Una spia riusciva a trafugare solo quello che poteva nascondersi addosso. Ora è tutto informatizzato, milioni di dati si possono trafugare in piccolissime chiavette e, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, ogni Paese ha speso enormi fortune per rendere i sistemi informatici che contengono i dati il più sicuri possibile. La sorpresa è scoprire che il tanto temuto hacker è solo un adolescente inglese affetto dalla sindrome di Asperger. Adrian a questo punto deve giocare con il tempo e sfruttare le sue capacità diplomatiche per convincere il suo governo e quello americano, che ne pretende l’arresto, a trarre profitto dalla situazione. Ed è così che nasce l’Operazione Troia. Approfittare delle capacità del ragazzo per insinuarsi nei sistemi operativi nemici e portare il caos. Ma usare il talento del ragazzo contro Paesi ed organizzazioni nemici da sempre del mondo occidentale comporta anche far correre dei rischi a Luke e alla sua famiglia, e questo Adriano Weston lo sa benissimo, come sa benissimo che sarà suo compito proteggere le loro vite...

La vicenda di Lauri Love, accusato dal Governo americano di aver hackerato siti governativi, ha riacceso la fantasia e la voglia di raccontare storie di spionaggio di uno dei più grandi scrittori del genere, Frederick Forsyth. Ad 80 anni suonati era oramai deciso, purtroppo per i suoi fan, a non voler più scrivere romanzi, anche perché la sua abitudine di visitare personalmente i luoghi di cui scrive stava rendendo pesante lo scrivere stesso. Poi questa storia e la voglia è tornata prepotente. Purtroppo l’autore di grandi spy story come Dossier Odessa e Il giorno dello Sciacallo questa volta non ha premiato le attese dei suoi fedelissimi. La trama scivola via senza mai accendere l’entusiasmo del lettore che non prova quel desiderio irrefrenabile di voltare pagina. Tutto viene spiegato come se il lettore fosse uno scolaretto seduto ai banchi delle scuole elementari. Risulta poi noiosa tutta la trafila di spiegazioni di sigle di agenzie ed organizzazioni internazionali. La storia è già svelata dalle prime pagine, annullando suspense e attese. Le situazioni si incastrano con troppa facilità rendendo poco credibili le circostanze descritte. I personaggi sono appena accennati, tanto quanto basta per giustificare la loro presenza nella storia. Il ciclo è ripetitivo; le abilità del ragazzo permettono di entrare nel sistema operativo del bersaglio, che subisce lo smacco. Una volta capito quello che è successo il nemico di turno trama per uccidere il ragazzo, che viene protetto e salvato da forza armate super addestrate. Peccato, l’idea di partenza era buona.