
Rebecca ha scoperto tutti i segreti di Facebook sette anni fa - quando era magra e tutto era diverso - mentre spiava l’amante sul social. Ha così imparato a riconoscere le varie procedure di rimorchio, a capire quando le nuove “reclute” dell’uomo con cui stava vivendo in quel periodo una relazione piuttosto complicata - un pittore sessantenne di successo - passavano da qualche timido like a un vero e proprio spargimento di cuori e commenti. Ha imparato a individuare con una certa sicurezza chi sarebbe stata la successiva compagna di letto dell’uomo. Grazie a queste ricerche così capillari Rebecca era riuscita a scoprire di essere stata sostituita da una tale Colomba, occhi dorati, sposata. Da allora è trascorso parecchio tempo e in questo momento Rebecca sta addentando il terzo bignè, mentre socchiude gli occhi per vivere appieno il piacere del gesto. Stefania, la sua interlocutrice, l’ha contattata perché sa che Rebecca è una sorta di detective per cuori infranti, capace di indagare in Rete e scoprire le malefatte di mariti e fidanzati, in cambio di una guantiera di dolci o una porzione di cibo d’asporto caldo. Rebecca vive praticamente relegata in camera sua, una stanza in cui un leggero sentore di tempera fresca esala dalle pareti riverniciate da poco. Non si fida più degli uomini Rebecca, e l’unico rappresentante del sesso maschile con cui ha una sorta di relazione è il figlio, Angelo Gatti, di professione commissario. Angelo si trova, in questo preciso istante, sulla scena di un crimine piuttosto cruento. Una donna robusta - il corpo in posizione scomposta, un mocassino penzolante da un piede e l’altro presumibilmente calciato piuttosto lontano - è stata strangolata utilizzando il crine dell’archetto di un violino. La vittima si chiama Colomba De Pedris, ha sessanta anni e - il destino è beffardo quando vuole - altri non è che l’antica rivale in amore di sua madre Rebecca...
È un’ultracinquantenne con un passato di cronista di Nera; da anni non esce dalla sua stanza e ha deciso deliberatamente di privare il proprio corpo di qualunque attrattiva ingrassando a dismisura; incolpa la propria bellezza dei fallimenti sentimentali che ha dovuto subire; occupa le sue giornate operando come detective, a servizio soprattutto di cuori infranti, a caccia di prove del tradimento subito. Ecco chi è Rebecca, personaggio fantastico frutto della fantasia e della penna di Caterina Falconi - prolifica scrittrice, con una laurea in filosofia ad impreziosire il curriculum, che ama cimentarsi in diversi generi letterari - e figura della quale ci si innamora in un attimo. Per Rebecca i social network rappresentano la principale fucina di informazioni: collegando tra loro foto e post o analizzando like e commenti riesce a ricostruire, con una precisione che stupisce, i movimenti delle persone di cui si deve occupare e a smascherarne inganni, scappatelle e strane tresche. Sembra un’appassionata di mosaico mentre, con una precisione millimetrica, posiziona ogni tessera nella giusta collocazione e ricostruisce interi scenari attingendo a quell’intricato ricettacolo di rivelazioni rappresentato dai social. Tradita dagli uomini e profondamente delusa, l’unico contatto che Rebecca ha con i rappresentanti dell’universo maschile è rappresentato dal figlio Angelo, commissario di polizia. E sarà proprio l’indagine legata al brutale omicidio di una rivale in amore di Rebecca, sulla quale madre e figlio si ritrovano a lavorare insieme, a portare alla luce scheletri conservati con cura negli armadi e a far emergere conflitti e rancori mai completamente superati né risolti. Un doppio filone di indagini - uno, più classico, alla ricerca del responsabile dell’omicidio e l’altro, più sottile, volto a scandagliare l’animo umano, le sue debolezze e le sue brutture - nel quale le donne sono protagoniste assolute e in cui le coincidenze (troppe) rendono impervio il cammino verso la soluzione del caso e la consapevolezza che spesso sono gli elementi più insignificanti a cambiare il corso delle cose e a fare del male, prima a se stessi e, a cascata, agli altri. Rebecca è una figura fantastica che, una volta scoperchiato il vaso di Pandora che racchiude i suoi dolori, impara ad accettarli e a perdonarsi. Perdona il dolore che ha procurato negli anni al figlio, a causa delle sue continue distrazioni, e alla rivale in amore, che ha finito per detestare in maniera immotivata. E perdona se stessa, imparando a superare ogni forma di risentimento. Con una prosa attenta e una precisa ricerca di ogni singola parola, la Falconi offre al lettore una storia potente e deliziosa; un racconto che parla di dolore e di morte, ma anche di speranza e di rinascita.