
Costantinopoli, primi anni del Settecento. È il secolo dei lumi e sta cominciando quel lungo e inarrestabile cammino della scienza portatrice di progresso e benessere. Non ovunque è così: un’epidemia di vaiolo serpeggia e devasta ampie zone del mondo. Mary Pierrepoint, figlia del conte di Kingston, e Edward Wortley Montagu, altrettanto nobile, freschi di matrimonio e innamorati, sono appena partiti dall’Inghilterra. Punto di arrivo: proprio la Turchia, dove lui si insedierà come ambasciatore. Lei è già sopravvissuta al vaiolo, sul suo viso porta gli inequivocabili segni della malattia. Il loro itinerario verso Oriente li porta ad attraversare la vivace vita commerciale della Germania, la nobile architettura di Vienna, ma non è soltanto un percorso ricco di curiosità e cultura. Epidemie, pandemie, endemie ossessionavano, allora, tutti i viaggiatori. Il timore di febbri inspiegabili e contagi imprevisti assillava chiunque si avventurasse in luoghi infestati dalla mal’aria o dalla peste che decimava animali e uomini. Lady e lord Montagu, tuttavia, arrivano a Costantinopoli, la “città d’oro”, capitale millenaria di un mondo esotico e attraente. Scortata dai Giannizzeri, una sorta di guarda privata colta e cristiana, Mary comincia a integrarsi in una nuova vita. E nelle nuove bizzarre realtà, come i luoghi “proibiti” capaci di rievocare le atmosfere delle Mille e una notte, come lo hammam, il bagno turco. L’interesse (anche personale) di lady Montagu ben presto si concentrerà su una pratica sanitaria coltivata da anziane donne con metodi mai sentiti prima: è l’inoculazione e sembra essere l’unico rimedio per tenere lontano il vaiolo. Per addentrarsi in questa nuova, ineludibile dimensione, occorre una figura di mediazione. Poliglotta, sapiente, diplomatico: è il dragomanno…
Mary Wortley Montagu è davvero esistita ed è passata alla storia come autrice di epistole che hanno svelato, per la prima volta attraverso lo sguardo di una donna, l’Oriente. Con le sue esplorazioni e descrizioni, proprio quelle narrate in questo romanzo, introdusse nella medicina europea la pratica ottomana dell’inoculazione del vaiolo, così come l’aveva appresa dalle donne turche. Ciò permise a Edward Jenner di sviluppare il vaccino. Il principio intuito e diffuso dalla dama inglese, con l’aiuto del dragomanno, è tanto semplice quanto sorprendente: per sconfiggere la pestilenza sarebbe necessario infettare preventivamente la persona sana con una dose minima e attenuata del morbo. L’idea appare paradossale e, infatti, ancora oggi - al tempo del Coronavirus - resta difficile da accettare universalmente. I dibattiti fra medici e governanti, gente comune, uomini di Chiesa esistevano anche oltre due secoli fa; e anche allora fu necessario un testimonial per invitare le masse a vaccinarsi: lady Montagu annunciò, infatti, di aver sottoposto il proprio figlio al “favoloso innesto”, all’inoculazione, con coscienza e fiducia. Seguiranno l’esempio anche gli eredi della famiglia reale inglese. Maria Teresa Giaveri, accademica e giornalista, curatrice delle opere di importanti autori della letteratura francese, ha concluso questa storia nella primavera del 2020, sorprendendosi di come gli eventi della storia presente si stessero allacciando al suo romanzo storico. Il libro, dettagliatamente documentato, testimonia un tema tuttora sottovalutato (e nascosto): il fondamentale contributo delle donne alla scienza