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L’albero dei desideri

L’albero dei desideri
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Se la notte prima del tuo compleanno entri nel letto con il piede sinistro e giri il cuscino prima di dormire può accadere di tutto: è quello che succede a Dulcie, una bimba dolcissima di appena otto anni. Al suo risveglio il mondo è diverso da ciò che era prima che si addormentasse. La aspetta Maurice, un bimbo dai capelli rossi e gli occhi punteggiati d’oro, che la accompagnerà – assieme a Dicky suo fratellino minore, la tata Alice e il suo amico George – alla ricerca di un albero capace di esaudire ogni desiderio. Passeggeranno in un mondo in bilico tra la realtà e la fantasia, dove aleggia il profumo del glicine e una nebbia sottile avvolge e ammanta il paesaggio, faranno strani incontri e alla fine la loro meta non sarà più l’albero tanto cercato perché “se sei di quelli che aiutano le creature indifese, non hai bisogno dell’Albero dei desideri per far avverare i tuoi”. Basta non essere egoisti, basta rispettare i sentimenti e i bisogni degli altri che ci circondano...

Con delicatezza, con dolcezza, William Faulkner ha scritto questa favola per Victoria – figlia della sua futura moglie – favola che per anni non è stata mai pubblicata e ha avuto diffusione solo nella ristretta cerchia di chi ha frequentato lo scrittore. Solo a partire dal 1967 il racconto è stato pubblicato. Faulkner era ormai notissimo ed era già stato insignito del premio Nobel per la letteratura, ricevuto nel 1949. Le illustrazioni di questo volume, a cura di Eloar Guazzelli – illustratore e artista plastico brasiliano – riescono a dare risalto alla leggiadria del racconto (originariamente scritto a mano dal suo autore), a trasportarci in un mondo che ha l’odore del glicine, sul crinale tra la realtà e la fantasia dove il tempo non esiste e tutto può essere possibile se solo si è disposti a crederci. Leggendolo ci si sente un po’ bambini, pronti a sognare ancora una volta, con gli occhi puliti e lo sguardo limpido e sereno. Il linguaggio, seppure semplice perché rivolto ad una bambina, è sempre raffinato e la cifra stilistica di uno dei più grandi narratori del Novecento non si perde, anzi, ne esce rafforzata. La dedica a Victoria è commovente. È la dedica che in molti vorremmo ricevere. “[…] e tu non piangere mai / nemmeno nei sogni, / resta per sempre bella e giovane”.