
Le ricerche destinate alle donne nell’editoria in Italia in epoca contemporanea si sono spesso concentrate sulle pratiche della lettura e della scrittura. Solo di recente si è iniziato a esplorare “l’altra metà dell’editoria”, ovvero l’attività delle donne impegnate a vario titolo come protagoniste nel lavoro editoriale. Le donne hanno occupato, a lungo e principalmente, zone considerate periferiche e meno prestigiose della produzione culturale: letteratura di consumo, pubblicistica di moda e di costume o editoria per bambini — tutti ambiti trascurati dalla storiografia ufficiale. È dunque sulla scarsa visibilità e sul carattere ibrido e opaco del loro lavoro, che occorre puntare l’obiettivo. Solo a partire dagli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento le scuole secondarie propriamente dette cominciano a essere frequentate da ragazze: si tratta di un momento di snodo che, a dispetto di un orientamento che ribadisce il ruolo domestico, riproduttivo e accudente della donna, vede sempre più numerose le editrici, le fondatrici o direttrici di testate, donne che si ritagliano spazi all’interno di redazioni o che si lanciano in progetti editoriali in proprio. Una strada che, però, si dimostra in salita: occorre attendere gli anni ‘70 del Novecento per giungere a un altro momento decisivo, quando cioè, sull’onda del femminismo e delle complessive trasformazioni della società italiana, un folto numero di donne irrompe sulla scena editoriale — anche se la loro presenza diminuisce tuttora man mano che ci si avvicina agli apici dirigenziali. Ma più che far emergere tante singole vicende, è utile far indicare le strade e i modi in cui le donne hanno trovato spazio e voce nel mondo dei libri…
Il volume L'altra metà dell'editoria. Le professioniste del libro e della lettura nel Novecento raccoglie le relazioni, rielaborate, presentate al Terzo seminario per giovani studiose e studiosi di storia dell’editoria organizzato nel novembre del 2020 al centro APICE dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Dipartimento di Studi storici e con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, con lo scopo di sollecitare o far emergere ricerche originali su argomenti ignoti o poco utilizzati, in merito alle professioniste del libro del secolo scorso. Particolare attenzione è dedicata alle fonti che, in un’ottica interdisciplinare, offrono prospettive e spunti inediti su un largo spettro di figure: quindici contributi organizzati intorno a due temi centrali: la produzione di testi scritti e la promozione alla lettura. Ecco che, per quanto riguarda il lavoro editoriale, emergono, fra le altre, Natalia Ginzburg e la sua poetica; Renata Viganò; le traduttrici di poesia per Mondadori; disegnatrici, coloriste, letteriste e donne del fumetto; editrici militanti per bambini e ragazzi. Mentre, per quanto riguarda la promozione alla lettura, l’attenzione è puntata sulle donne della Biblioteca nazionale centrale di Firenze; sulle biblioteche popolari femminili; sul rapporto fra promozione del libro e impegno civile.