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L’amica sbagliata

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Hester sta concludendo il corso di informatica base per adulti presso la biblioteca del quartiere. Mentre scorre fiera di sé le pagine del “Mail Online”, osserva con fastidio i suoi compagni di lezione: Mary, la one woman band di rumori corporali, perennemente intenta a tossire e starnutire; Jacky, il vecchio che senza ritegno si sta sbafando un sandwich riempiendo tutta la tastiera di briciole; “Binnie”, quella più vicina a lei per età, che ripete in continuazione quanto sia fiera del suo nuovo nipotino; Alice, l’insegnante australiana con quell’accento cantilenante che le fa raggiungere il limite della sopportazione. Ma ormai è fatta, deve continuare a tenere duro e ignorarli ancora solo per pochi minuti. Declina gentilmente l’offerta di andare a festeggiare la fine del corso insieme a tutto il resto del gruppo, perché non riesce a pensare a nulla che farebbe meno volentieri. La scusa è perfetta: nel pomeriggio passeranno a trovarla sua figlia e la sua nipotina. Peccato che lei non abbia mai avuto figli e che suo marito, in questo preciso istante, starà sicuramente morendo dalle risate al solo pensiero. Se non fosse che Terry sia già morto da un bel pezzo… Melissa ha appena speso una fortuna presso il suo centro di bellezza di fiducia: quasi seicento sterline. Il tutto per una manicure che la fa sembrare di plastica e delle extension che le fanno pensare all’adolescente del gulag russo costretta a privarsi dei suoi capelli per arrotondare lo stipendio da fame. Prima di uscire dal centro estetico sente che qualcuno da fuori la sta fissando, sensazione che si accentua non appena inizia a camminare lungo la High Street. Finché, proprio in fondo alla strada, non vede Hester, la seccante e sussiegosa vicina di casa che fino a pochi anni prima non la smetteva di darle consigli su come educare al meglio sua figlia Tilly. Per fortuna era riuscita a scaricarla e a tagliare quasi completamente i rapporti con lei! Per evitare di incrociarla sale su un taxi ma - maledetto traffico! - finisce per ritrovarsela davanti alla porta di casa al suo arrivo. In qualche modo riesce comunque a sfuggirle, ma non immagina che di lì a poco sarà costretta a riallacciare i rapporti più di quanto non avrebbe mai voluto fare…

L’amica sbagliata è la prima opera di narrativa per adulti dell’autrice britannica Cass Green, da sempre dedita a romanzi YA che le hanno valso un Rona Young Adult Book of the Year e uno Waverton Good Read Award. La Green, inoltre, insegna scrittura per ragazzi presso la City University di Londra ed è “Writer in Residence” presso la East Barnet School. Questo thriller convince un po’ meno rispetto agli altri romanzi dello stesso genere pubblicati nello stesso periodo da autori più ferrati, ma non per questo la sua trama risulta meno avvincente. Alternandosi sapientemente tra loro, i capitoli narrano la vicenda dai punti di vista opposti delle due protagoniste femminili della storia: Hester, che ci parla in prima persona, una vedova sciatta e impacciata, senza uno straccio di vita sociale né compagnia all’infuori del suo cane Bertie; Melissa, il cui punto di vista è descritto da un narratore esterno, una socialite benestante, sempre impeccabile e curata, con una vita famigliare apparentemente perfetta. È questa perfezione che attira inesorabilmente Hester verso Melissa che, a dispetto del desiderio della prima di entrare a far parte della sua cerchia di amicizie, la respinge quasi con repulsione. Ed è proprio un sentimento di repulsione che si prova nel leggere le descrizioni, i dialoghi e i pensieri delle due protagoniste, che solo a tratti riescono ad attirare le simpatie del lettore. Melissa, infatti, appare da subito snob e scostante, mentre Hester risulta eccessivamente morbosa e opprimente. Entrambe, però, nascondono dei segreti sotto la superficie, che le porta ad avere in comune molto più di quanto vorrebbero ammettere. Sono proprio questi segreti che si annodano e si sciolgono a portare avanti la trama, fino ad arrivare a un epilogo forse un po’ troppo prevedibile. Lo stile della Green è fresco e risente chiaramente dell’influenza della narrativa per ragazzi di cui l’autrice è maestra, rendendo la lettura piacevole anche nei passaggi più lenti del romanzo.