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L’amore in caso di emergenza

L’amore in caso di emergenza

Piove. Ha iniziato durante la notte e, quando Paula si sveglia, verso le otto e mezza, la pioggia scroscia sul lucernario in camera da letto. La donna si gira su un fianco e tira le coperte fino al mento; ha un leggero cerchio alla testa e si sente la bocca secca, probabilmente a causa del vino rosso bevuto con Wenzel ieri sera. Hanno ascoltato musica seduti sul divano, a casa di lui. Paula sarebbe potuta rimanere a dormire da Wenzel, ma ha detto di aver dimenticato a casa le medicine. In realtà l’idrocortisone l’aveva in borsa. Verso le due di notte ha chiamato un taxi ed è tornata a casa. Ora Paula accende il telefono e trova il messaggio di Wenzel, dolce come al solito. Tutte le mattine e tutte le sere un dolce saluto, da dieci mesi... Judith chiude il portatile, si toglie scarpe e calzoni da equitazione - ha cavalcato per ore nei dintorni - lascia tutto nell’ingresso e va in bagno per fare una doccia. Poi infila una maglietta e torna a collegarsi. I profili scorrono sul portatile: manager, 39 anni, non fumatore, divorziato; project manager, 46 anni, virile, uomo di successo. E ancora medico, 45 anni, proprietario di un cavallo; dottore in legge, 40 anni, un figlio, divorziato, non fumatore, un gatto. La cosa più complicata, negli incontri con gli sconosciuti, è la fatica di dover ogni volta ricominciare da zero a raccontarsi... Quando i loro genitori avevano deciso di farsi chiamare per nome dalle figlie, Malika aveva sedici anni e Jorinde quattordici. La figlia minore non aveva avuto alcun problema a smettere di utilizzare gli appellativi papà e mamma; Malika, invece, aveva accettato controvoglia questo rapporto più da amici che da genitori. Da adolescente, Malika aveva capito all’improvviso perché la madre uscisse quasi tutte le sere, quando il marito era in viaggio con l’orchestra. Spesso tornava veramente tardi e, qualche volta, solo il mattino dopo. Il pensiero che sua madre nutrisse delle necessità sessuali - che non era il padre a soddisfare - infastidiva profondamente la ragazza...

Paula, Judith, Brida, Malika, Jorinde. Cinque donne che vivono sullo sfondo della città di Lipsia, nella Germania dell’Est, dopo la caduta del Muro. È una città in cui si sente forte l’odore della libertà finalmente riconquistata, quella libertà che alimenta, nelle cinque ragazze, il desiderio di ambire a molto e di ottenere altrettanto. Tuttavia, il vero sogno di tutte resta quello di essere indipendenti e forti e, nello stesso tempo, amate e capaci di amare. Daniela Krien racconta - in questo romanzo già pubblicato in diciassette Paesi e considerato un vero e proprio caso editoriale in Germania - la fragilità e la forza dell’universo femminile, la capacità innata di affrontare le situazioni più difficili continuando ad aggrapparsi e a credere all’amore, quello stesso sentimento di cui magari si è stati vittime, ma che rappresenta il propulsore unico che consente di riemergere dagli abissi delle proprie fragilità. Le protagoniste del romanzo, cinque donne diverse tra loro ma in qualche modo connesse le une alle altre, hanno storie da raccontare, storie originali ma uguali, fatte di dolore, sogni infranti e speranze. Destini diversi che si intersecano e riflettono le stesse attese disilluse e la stessa capacità di resilienza: c’è chi esce devastata dall’esperienza matrimoniale o dalla perdita di un figlio, chi non ha la forza di coltivare i propri sogni, chi è stato abbandonato e chi invece afferma di amare la propria solitudine e non intende creare legami stabili. Il mondo interiore delle cinque protagoniste - rese con un potente uso evocativo delle parole da parte della Krien - viene mostrato al lettore nella sua interezza e nella sua complessità e il filo rosso che unisce le varie situazioni è l’amore, inteso non come emozione, ma come vero e proprio atto declinato in ogni sua accezione e analizzato soprattutto dal punto di vista dell’emergenza, nel momento in cui pone chi lo vive in una situazione difficile, di svantaggio e, a volte, di sofferenza. Una lettura profonda, intensa, che parla al cuore e può rappresentare una sorta di ancora di salvataggio per chi si sente fiaccato dalle difficoltà ed ha bisogno di sentirsi dire - e le pagine di un libro, si sa, a volte sono molto più efficaci di mille parole - che le seconde possibilità esistono, per tutti.