
Non lo sa affatto, Maria Sole, che questo sarà il giorno dopo il quale nulla sarà più lo stesso. No, lo ignora. Per lei è esattamente un giorno simile agli altri. Come sempre, esce di casa per recarsi al lavoro e, come un perfetto direttore d’orchestra, muove nell’aria una bacchetta invisibile in attesa che ogni strumento si accordi e che la solita sinfonia si diffonda nell’aria. Ed ecco la signora Flora, avvolta nella sua vestaglia Rosa e con i soliti modi gentili e il cervello non sempre in fase, salutarla e chiederle, come ogni mattina, cosa faccia in piedi già a quest’ora. La sua voce è accompagnata dall’abbaiare continuo di Omero, il cane di Flora, un incrocio tra un rottweiler e un mammut, che come al solito si scapicolla dalla cuccia sul retro per affacciarsi alla rete di recinzione e dar sfogo al suo disprezzo. Oggi, però, la melodia che in genere accompagna il tragitto casa-lavoro di Maria Sole ha una nota stonata e la sua mente non fa che girare intorno a un unico assillo: la litigata avvenuta tre giorni prima con Stella, la sua migliore amica, l’ha turbata molto. Stella sa benissimo che Sole teme la presenza di troppa gente, non si sente a proprio agio con gli sconosciuti, ha paura dell’aereo, preferisce la routine e gli stravolgimenti la inquietano. Nonostante ciò, tuttavia, l’ha messa in difficoltà: ha organizzato per il suo compleanno un viaggio a Parigi, luogo in cui vive Andras, artista circense fidanzato di Stella, e non vede l’ora di mostrare all’amica la città in cui si è trasferita per amore e dalla quale, tuttavia, sta per allontanarsi. Rientrerà in Italia per aiutare i genitori, durante la stagione estiva, nella conduzione del ristorante di famiglia. Maria Sole si è sentita offesa dalla proposta dell’amica, che sembra aver improvvisamente dimenticato le sue paure. Finché Stella non rientrerà e le chiederà scusa per la sua invadenza, Sole non ha alcuna intenzione di chiamarla. Quando rientra a casa, dopo una giornata di lavoro – è cassiera al supermercato – capisce subito che qualcosa non va: la casa è nel caos e i genitori l’attendono in cucina, lo sguardo affranto e i volti tesi. C’è stato un attentato, a Parigi, alle Galeries Lafayette. Quattro uomini hanno iniziato a sparare sulla folla. Ci sono diversi morti. Stella, Stella sarebbe dovuta andare lì, nel pomeriggio. Mentre questo pensiero la sconvolge, il telefono di casa squilla: è la mamma della sua amica del cuore a comunicare la notizia che Maria Sole mai avrebbe voluto sentire...
Nascondersi dietro le proprie paure, a volte, diventa il modo miglior per allontanare ciò che davvero si desidera; significa stazionare in una comfort zone che non spaventa, certo, ma non aiuta a crescere. Maria Sole ha venticinque anni e nelle sue paure ci sguazza. Sono la sua coperta di Linus, un paravento dietro il quale nascondersi per non affrontare tutto ciò che veramente conta: il coraggio di osare. Ma quando un evento doloroso incrina ogni sua certezza e la scuote dal profondo, la ragazza capisce che non c’è più tempo per procrastinare. E allora, finalmente, sfida se stessa e i suoi timori e stila la lista che sarà l’inizio della svolta. Cento giorni per affrontare cento sfide, una alla volta. “Fare un viaggio da sola a Parigi, stare in spiaggia in bikini e senza pareo, dar da mangiare ai piccioni”, ma anche “Dire quello che penso, fare una dichiarazione d’amore e crescere”. Esplorare l’imprevisto e nutrirsi dell’eccitazione che ne scaturisce; abbattere i propri muri e esplorare una realtà nuova e imprevedibile, ma proprio per questo ricca di opportunità; smettere gli abiti dell’abitudine e indossare quelli più colorati del coraggio; affrontare i propri demoni e addentare la vita. Con un linguaggio fresco e delicato, Chiara Parenti – autrice toscana, giornalista pubblicista e una laurea in filosofia nel curriculum – esplora ogni piega dell’animo della protagonista e, attraverso l’arco di trasformazione di Maria Sole, mostra al lettore la complessità di certe scelte di vita, insieme alla meraviglia e allo stupore che le stesse possono regalare. E, per poterne godere, non serve molto: basta un attimo di coraggio, piccolo come un granello di polvere ma potente come un esplosivo, un momento in cui la paura è costretta in un angolo buio e la vita può finalmente mostrare tutte le incredibili potenzialità che ha in serbo per ciascuno di noi. Basta solo allungare un braccio, aprire una mano e andarsele a prendere.