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L’angelo di Castelforte

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Londra, nel cuore della City. Victor Allen, scrittore acclamato in tutto il mondo, osserva la proiezione dopo aver regolato lo schienale della poltrona e infilato un paio di occhiali color tartaruga. Le bellezze del Salento mostrate nel video con l’accompagnamento delle musiche di Ennio Morricone gli riempiono il cuore. Il drone sorvola Gallipoli, Torre del Pizzo e le località limitrofe, per poi raggiungere il borgo di Castelforte. Si tratta di una località che è un susseguirsi di merli, guglie e torri. È stato inizialmente concepito come un vero e proprio villaggio dal medico Gino Giannì, che avrebbe voluto farne un centro filantropico. Alla morte improvvisa del fondatore, tuttavia, il progetto è sfumato e solo ora, dopo settant’anni, gli eredi lo hanno messo in vendita. Thomas Walker, agente immobiliare, cerca di nascondere la soddisfazione per l’affare che è in procinto di concludere dietro un aplomb decisamente molto British, ma sa benissimo di aver fatto centro. Lord Allen estrae il blocchetto degli assegni dalla tasca e si accinge a indicare, su uno di essi, la cifra destinata alla caparra: cinquecentomila sterline. Si tratta di uno sproposito, certo, ma Victor appone la propria firma su quel foglio di carta senza fare una piega. Poco dopo, a circa duemila chilometri da lì, in un assolato pomeriggio pugliese, Claire è al telefono con Lord Allen e scopre così che l’uomo è appena diventato proprietario del borgo delle favole. Claire, famosa attrice londinese che da diversi anni ha eletto il Salento a suo luogo di pace, è ben felice per la scelta dell’amico e lo invita a raggiungerla appena possibile in Italia, dove, nonostante sia ottobre, il clima è ancora mite. Lord Allen lo sa bene: ricorda perfettamente le ottobrate romane, anche perché è accaduto proprio in ottobre, a Roma, che ha conosciuto Robert, il suo grande amore. E il vuoto che la morte di Robert ha scavato nel suo cuore è la molla che lo ha spinto a cambiare e a decidere di acquistare il borgo di Castelforte. Inoltre, a essere sinceri, in Italia, a casa di Claire, c’è anche Ronny: Oronzo Caputo, giovane salentino di oltre cinquant’anni più giovane di lui, che è riuscito, almeno in parte, a lenire le ferite legate all’enorme perdita subita…

Gabriella Genisi torna a raccontare al suo pubblico le vicende di Chicca Lopez – il maresciallo dei carabinieri, ultimo personaggio scaturito dalla fantasia dell’autrice, già ideatrice del commissario Lolita Lobosco, diventata molto popolare anche grazie a una fortunata fiction televisiva trasmessa da Rai1 – e di nuovo, facendolo, non perde occasione per raccontare la meraviglia del territorio pugliese, mostrarne gli scorci più suggestivi e meno inflazionati dai turisti e dichiarare il suo profondo amore nei confronti di una terra magica e misteriosa insieme. In questa avventura l’autrice miscela a uno scenario assolutamente realistico tutti gli elementi del classico giallo della stanza chiusa, che assume, a dir la verità, le fattezze di un intero borgo isolato dal resto del mondo e, quindi, decisamente “chiuso”. Un gruppo di scrittori si è radunato tra le mura del borgo, divenuto la loro residenza letteraria, a seguito dell’invito di un ricco Lord inglese che ha lanciato loro una sfida: divenire parte di un progetto letterario attraverso l’ideazione, in quel borgo magico, di un racconto. Ma la realtà, si sa, supera spesso la fantasia. Il soggiorno a Castelforte si tinge presto di noir a causa di una mano omicida che si accanisce sugli scrittori. Chicca Lopez deve scovarla per assicurarla alla giustizia e, per farlo, si getta con la sua solita tenacia in un’indagine che si muove tra leggenda e realtà, tra il torbido della cronaca nera e il fascino della letteratura. Con una penna che, come al solito, rapisce il lettore e ne cattura l’attenzione, la Genisi non perde occasione per dichiarare amore per la propria terra, per spingere sull’acceleratore e mostrare i cambiamenti e le evoluzioni che riguardano la vita privata di Chicca – personaggio sempre più sfaccettato e intrigante – e per smitizzare e ridimensionare il mondo degli scrittori, troppo spesso vissuti come fatto di personaggi completamente avulsi dalla realtà. Niente di più errato: ben lungi dall’essere privi di vizi, tic e manie, si tratta di figure tutt’altro che mitologiche o ascetiche, bensì di uomini e donne normali, comuni, a volte bizzarri ed egoriferiti, chiamati a destreggiarsi in una realtà in cui, troppo spesso, si ricorre a mezzucci e a sgambetti esclusivamente al fine di primeggiare. Tutto molto umano, quindi e a volte addirittura un po’ squallido!