
Un nuovo Eden artificiale, asettico e ultramoderno… Due astronauti dimenticati da un mondo in subbuglio guardano dallo spazio le rispettive nazioni dichiararsi guerra… Un impassibile corridore attraversa la città tumultuosa e pulsante di follia… Una donna, traumatizzata dopo essere sopravvissuta a un terremoto, “vive” murata dentro casa… Nel Bronx, l’immagine di una bambina uccisa appare misteriosamente sui muri imbrattati dai graffiti, riaccendendo speranza, fede e dibattiti in una cornice di povertà e degrado… Una donna, armata di solitudine, si aggira per una mostra pittorica dedicata ai terroristi della RAF Andreas Baader e Ulrike Meinhof… Due studenti osservano continuamente un uomo intabarrato in un cappotto e cercano di vivere le proprie emozioni e la propria vita attraverso questo spiare… Un broker in prigione maledice se stesso, le ideologie, il denaro e il futuro… Solitudini biunivoche e tecno-apatia contemporanea di una coppia…
Con L’angelo Esmeralda, l’autore americano di origini italiane abbraccia oltre trent’anni di produzione letteraria, raccogliendo racconti che vanno dal 1980 al 2011. Disposti in ordine cronologico, questi nove frammenti del “DeLillo-pensiero” sono perfettamente inseriti nell’ambito della narrativa postmoderna e formano un collage sintetico e pregnante delle ossessioni e delle paure dell’uomo contemporaneo, cowboy (in vero non troppo abile) a cavallo fra due secoli così diversi e così simili allo stesso tempo. Si tratta di storie di paralisi e di riflessione dinanzi a un mondo avvolto da un turbine di contraddizioni. Gli uomini e le donne di DeLillo (uomini e donne, non personaggi), cercano continuamente spiegazioni per ciò che li circonda ma è come se non fossero stati “istruiti” a comprendere questa realtà irregolare e diseguale. Ingabbiati nell’incomunicabilità della loro routine, nel loro essere ingranaggi di una società affamata di perfezione, sono anime spersonalizzate e infelici che si rintanano nei nascondigli alogeni delle proprie ossessioni. L’esponenziale crescita tecnologica e conoscitiva, finalizzata ad incrementare la presunzione (come in Creazione), la brutalità (in Momenti di umanità nella Terza Guerra Mondiale) e il profitto (in Falce e martello, il migliore del lotto) ma quasi mai il progresso, non dà risposte a un vuoto esistenziale tanto labirintico quanto nudo che conduce l’uomo a ripiegarsi su se stesso in un solipsismo autarchico e vano, irrimediabilmente contemporaneo.