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L’appuntamento degli insonni

L’appuntamento degli insonni

Claire è intrappolata in una relazione ormai logora, fatta di sguardi infastiditi, di silenzio e mal sopportazione reciproca. Forse è tutta colpa delle sue notti accese d’insonnia, o forse no... Lena s’alza prima del sole e sgattaiola via di casa, verso il bar di Frank, dove lavora prima di andare a scuola. Da quando suo padre è andato via, scappato in un’altra vita, con un’altra figlia, lei si sveglia alla stessa ora di lui, nel buio in cui si desta un panettiere... Michèle è un’ex professoressa e una madre mancata: tutte le notti va in chiesa, dove dialoga coi suoi piccoli angeli, li coccola, ne avverte il tepore come fossero lì con lei... Hervé è un contabile stanco della sua routine, la cui insonnia gli sta pian piano spegnendo la mente, mettendo così a rischio la sua professione... Jacques è uno psichiatra il cui ritmo del sonno è stato reciso dalla vecchia vicenda d’una paziente cui ha fatto togliere il figlio, di fatto salvandogli la vita... cinque fili che si intrecciano, cinque anime che sperano di ritrovare un po’ di pace, un po’ di sano sonno ristoratore. Per loro le notti sono fatte d’angoscia infinita, d’ansia per un sole che sta per accendersi dopo una luna che, di fatto, non li ha cullati, ma soltanto angosciati. Per loro la notte è spazio e tempo in cui agire, in cui vivere per poter stancamente sopravvivere, per trascinarsi ancora verso un altro giorno. Di qui la decisione di partecipare a un gruppo per la cura dell’insonnia, guidato da una psicologa, Hélène, la quale propone loro la tecnica della compressione del sonno...

Gabrielle Levy, al suo romanzo d’esordio, ci propone un racconto nitido e insieme leggero di un male comune nel nostro tempo: l’insonnia. Ne sviscera le profonde sfaccettature con leggiadria, senza mai passare al lettore quel senso di apnea che è invece proprio dei personaggi. Fa vivere al lettore il malessere dei suoi cinque protagonisti, ma non glielo appiccica addosso: glielo lascia capire, senza per questo affliggerlo. Il tutto è reso più dolce dal legame salvifico che, pian piano, in punta di piedi, inizia a crearsi tra i cinque personaggi. L’insonnia diviene il comune denominatore che unisce, che fa abbracciare – a modo loro – quelle cinque esistenze così diverse, che passano dallo squadrarsi iniziale, all’affezionarsi l’un l’altro. Tutto è umano e tutto è possibile. Come accade spesso nella vita, il malessere, la difficoltà diviene occasione di riscatto e va trasformata a proprio vantaggio, come propria specificità. Quello che poteva essere un racconto tragico, diviene così un narrare col sorriso, quasi una commedia che cambia il segno, in positivo, alla vita. Gabrielle Levy plana sulla sofferenza e la redime, senza affondarci, né sguazzarci. Guarda in faccia il dolore, ma con la coscienza che può e deve essere trasformato in qualcosa di vantaggioso, affinché la notte ricominci a essere il preludio d’un’alba almeno un po’ più dolce, che abbia davvero – di nuovo – un sapore di Vita...