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L’aria del tempo

L’aria del tempo

Siamo in viaggio a Roma, forse in bus, dove un distratto ascoltatore capta frammenti di conversazioni dei passeggeri: da cos’hanno mangiato oggi ai racconti dei vecchi tempi, fino alla domanda su dove sia Wuhan (sperando che sia lontana, molto lontana)... Questa è la storia di Giuditta, la migliore amica storica, il cui padre era scomparso per chissà quale mistero. Si dice che avesse pagato beni e gioielli con i soldi dell’azienda e che quando questa fallì, sia scappato con tutta la famiglia... Un uomo e sua moglie si sono lasciati per un vaso di ceramica, uno di quei vasi decorati in stile cinese, regalato da Zia Matilde; un giorno il vaso iniziò a fare strani scherzi come far scomparire oggetti... Un uomo distinto ed elegante decide di aprire un profilo social; una sua collega, riservata e cortese, chiede la sua amicizia e da allora, post dopo post, l’immagine che il signore si era fatta di lei cambia radicalmente... Un tale ogni mattina, quando tutti dormono ancora, siede in bagno da solo e si ritrova. Pensa all’invidia, motore del mondo: ci aiuta a uscire da noi stessi, ci costringe a misurarci con gli altri, ci incita a superare i nostri limiti. Per affrontare con la giusta grinta la battaglia quotidiana, ogni mattina l’uomo passa in rassegna le persone che invidia...

L’aria del tempo è il debutto narrativo di Massimiliano Perrotta, critico, poeta e drammaturgo catanese. Il libro è composto da una serie di racconti, riflessioni, dialoghi che si alternano senza soluzione di continuità. Emerge chiaramente lo stile teatrale che accompagna il lettore fin dalle prime pagine: sembra quasi di vedere il sipario che cala alla fine di ogni racconto e risale ad ogni cambio di scenografia. Quasi come la filastrocca che recitavamo da bambini “si gira il foglio”, cambiano i personaggi e l’ambientazione alla velocità della luce. I protagonisti non sono caratterizzati, ma si immaginano facilmente: il tuttologo, il complottista e la moglie cuoca pasticciona sono rappresentazioni della vita di oggi, altalenanti tra il paradossale e il tragicomico. I riferimenti alla società social di oggi e al mondo dell’apparenza fanno molto riflettere. Lo stile leggero e rapido diverte, ma non cattura, complice anche la brevità di alcuni racconti. Un esperimento da approfondire quindi, per vedere fin dove si può abbandonare il teatro per la narrativa. Cala il sipario e si vede...