
Polemone e Trasilio, due anziani contadini con le mani rese nodose dal lavoro dei campi e il volto cotto dal sole, risiedono nella campagna adiacente alla città di Atene. Un tempo possedevano un po’ di terra e un paio di schiavi a testa. Ma dopo aver partecipato alla rovinosa impresa della battaglia di Mantinea, in cui gli Ateniesi e gli alleati delle città del Peloponneso vennero duramente sconfitti dagli Spartani, sono ormai entrambi invalidi, vedovi e impoveriti. Oltre alla condizione esistenziale li accomuna ancora la passione per la politica e il timore per le sorti della vita democratica della polis. Entrambi hanno una figlia, Charis e Glicera, tutte e due stufe di sopportarli e prive di prospettive se non quella di farsi sposare da un uomo che possa migliorarne la condizione economica. Mentre in città Eubulo, ricco proprietario terriero, tesse le fila della cospirazione oligarchica che di lì a poco condurrà all’instaurazione della tirannide, il suo giovane rampollo Cimone si aggira tracotante tra le tenute di campagna. E una sera, quando i padri accorrono in città per assistere alla prima della Lisistrata, le due ragazze si lasciano convincere a varcare la soglia della residenza di Cimone, pagando a caro prezzo l’ambizione mal riposta e la sete di trasgressione…
Due episodi molto differenti tra loro offrono ritratti confluenti sullo status sociale delle donne ateniesi nel 411 a.C. Da una parte la rappresentazione in città della prima della Lisistrata di Aristofane traccia le coordinate di una possibile rivendicazione dei diritti famigliari e civili delle donne. Dall’altra la trasgressione notturna di due giovani ragazze da marito in campagna disegna uno scenario di sottomissione e di violenza in cui un destino di rimozione colpisce il femminile non solo nella società patriarcale, ma anche nelle vicissitudini più intime della vita. È precisamente questo l’intento principale del nuovo libro di Alessandro Barbero, professore ordinario di storia medievale e giornalista, autore di numerosi saggi e romanzi storici: ricostruire il ruolo femminile in una società a conduzione monosessuata maschile che si incarna tanto nell’autorità del pater familias, quanto nelle istituzioni politiche. Scritto con il consueto stile asciutto ma non privo di attenzione al dettaglio degli eventi e delle tematiche che innervano il percorso della storia, il testo di Barbero ci offre una visione che completa, con un contrappunto tragico, l’affresco della democrazia ateniese nel suo momento più travagliato. Ne viene fuori un curioso affresco tra invenzione e storia che tuttavia funziona.