
Un giorno come un altro una bambina passata dalla stazione con sua zia rivolge distrattamente lo sguardo verso il grande orologio che abitualmente campeggia e vigila sulla folla che viene e che va. Ma quel giorno evidentemente non è affatto un giorno come gli altri, perché l’orologio è sparito. Dal capostazione alla signora Piccionetti, che decide di mettere su un comitato per discutere e cercare giustizia dopo questo avvenimento insolito, tutti partecipano con disagio crescente e dilagante alla sparizione. C’è chi intravede complotti politicizzati nei quali le autorità si sono servite di un falso furto per rimuovere l’orologio-mezzo di controllo sotto copertura, altri semplicemente si sentono oltraggiati da un gesto tanto irrispettoso e degenerato. Un classico scaricabarile: chi avrebbe dovuto sorvegliare, chi avrebbe dovuto proteggere, tutele mancate tra pubblico e privato, ma la verità è presto detta. Un uomo, con già diverse strane ruberie alle spalle, l’ha preso. Perché gli piaceva troppo. L’orologio è proprio lì, con il resto della roba più disparata, ammassata nel suo loft. Ma la rivelazione del furto non chiude la vicenda, anzi...