
17 ottobre 1997. Marisa lascia la Calabria insieme a suo marito Pino e ai loro due bambini. Fugge dalla ‘ndrangheta. Programma di protezione testimoni lo chiamano questo spezzare i legami di una vita. Pino e Marisa hanno costruito la loro vita insieme con le loro forze: carriere felici, case di proprietà, due meravigliosi figli. Tutto senza mai scendere a compromessi con le loro coscienze. E neanche quando la ‘ndrangheta mette gli occhi sui cantieri di Pino hanno dubbi: la cosa giusta è denunciare. Anche a costo di perdere la serenità. Ma quando è in gioco la vita (quella dei cari, quella dei figli, le loro stesse vite) non è più possibile fingere una faticosa normalità. Caricati in un furgone di notte, per una destinazione sconosciuta, niente potrà essere più come prima. Marisa sente suo il compito e la responsabilità di “tenere insieme una famiglia che non ha più mura”, nonostante i continui spostamenti, le numerose dimore improvvisate, scuola e ospedali negati, la nostalgia per la famiglia e quelle tre uniche sacche simbolo di ciò che resta del passato. E della normalità. Le loro vite sono nelle mani dello Stato ma non sono più vite. Il prezzo che i loro figli stanno pagando è davvero troppo alto e un dubbio la tormenta: avrà fatto davvero la cosa giusta? La stessa identica domanda affligge Marica, Cristina, Annarita e Valeria…
Cinque storie che colpiscono dritte al cuore, cinque vite stravolte e ricomposte, cinque racconti coraggiosi, cinque madri eroiche e (stra)ordinarie. Scegliere è sempre definire una strada, chiudere una porta, limitare le possibilità. Eppure l’istinto di una madre sembra essere più forte di qualunque dubbio. E di qualunque ostacolo. L’adozione, l’abuso, l’anoressia, la disabilità sono i macigni che pesano sul cuore delle madri protagoniste di questa intensa, coinvolgente, emozionante raccolta di storie vere, difficile da abbandonare. Storie che lasciano un segno, che insegnano, che testimoniano la forza e la capacità di affrontare la vita. E fare, appunto, la cosa giusta. Silvia Ferreri, giornalista Rai e scrittrice finalista al Premio Strega, raccoglie pezzi di vita e di anima e lo fa con una delicatezza disarmante che esplode in una scrittura forte e tagliente. Come le storie che racconta. Frutto di incontri e del dono prezioso dei ricordi e delle emozioni ad essi connessi, Le cose giuste è un viaggio che dall’inferno della vita, dalle profondità del dolore che annienta, dalla paura che immobilizza risale verso la rinascita, il cambiamento, la resilienza. Come nell’arte giapponese del kintsugi, trasformando un problema in un’occasione di crescita, una ferita in una forma di perfezione superiore.
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