
Max è un archeologo, ha le spalle ampie, i lineamenti delicati, i capelli bianchi sulle tempie. Quando era più giovane appariva più goffo, ora sembra più sicuro, più determinato. Reik è un artista, un uomo affascinante, dotato di una grande forza fisica; ha mani con dita tozze e calde, è più basso di Max, ma insieme formano una bella coppia. Si conoscono da tempo immemore, da quando ancora erano ragazzi e nella loro vita da poco più che adolescenti cercavano il proprio posto nel mondo. Stanno insieme da vent’anni, tutti guardano a loro come la coppia perfetta anche se ancora non si sono sposati, hanno una bellissima casa sul lago dove vanno a trascorrere le vacanze, una casa che negli anni è diventata il giusto mix delle singole abitudini, dei singoli gusti, delle manie che faticano ad abbandonare. E proprio in quella casa hanno deciso di trascorrere insieme il fine settimana per festeggiare il loro anniversario invitando anche Tonio, l’amico più caro che hanno, e la giovane figlia Pega, avuta da giovanissimo, che Tonio ha cresciuto da solo insieme a sua madre. Una grande sfida per un ragazzo che avrebbe potuto esserne il fratello maggiore. E proprio in questa casa nell’intimità di un luogo protetto che è stato testimone di tanti capitoli delle loro vite se ne apre uno nuovo in cui ognuno si interroga su chi è stato, su cosa ancora li aspetti in un bilancio che porterà a galla molte più cose di quanto avrebbero immaginato…
Un romanzo intenso e malinconico quello che Miku Sophie Kühmel ci presenta, che ci accompagna in un viaggio nella vita privata di due uomini diversi ed affini che hanno vissuto gran parte della loro vita vicini e distanti nello stesso momento. Un libro sui rapporti, sull’amicizia, sulle grandi domande che la vita inesorabilmente ci pome davanti, ma anche un libro sull’arte, sul suo ruolo sociale, sulla percezione che altri hanno su quello che un artista crea. Uno spaccato sulla memoria e sul passato in cui l’autrice ci mostra come sia semplice credere di conoscere qualcuno e di come basti poco per capire come questo non sia vero. Un romanzo sulla genitorialità vissuta, desiderata, fuggita; sulla bellezza cercata agognata, raggiunta o dimenticata e sull’amore, i suoi equilibri precari, i suoi tanti volti, i limiti e le mille parole.