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Le cure della casa

Le cure della casa

Eh, sì. Si è stufata di lavorare. Lo fa da quando aveva sedici anni. È stata baby- sitter, dog-sitter, segretaria nello studio di un avvocato amico di suo padre, dipendente della Lussardi & Figli. Insomma, ha lavorato per trentadue anni e non l’ha mai trovata una cosa troppo esaltante, anche se utile, perché le ha permesso una certa autonomia. Non ha mai avuto il bisogno di chiedere soldi a suo marito Francesco. Ora, però, alla sua autonomia ci ha pensato la zia Mariangela, sorella zitella di suo padre, che, morendo, le ha lasciato in eredità un alloggio in pieno centro a Bologna, è una fonte di reddito per lei decisamente sufficiente. Ecco perché - dopo aver tentato di aprire un’attività con un’amica, che si è purtroppo rivelata fallimentare - Lilli ha deciso che da oggi in poi la sua unica occupazione sarà quella di dedicarsi alle faccende domestiche. Sarà solo e soltanto una casalinga. Francesco è perplesso e ne hanno discusso a lungo a cena. Si è trattato di una discussione che si è protratta più del dovuto - lei e il marito sono capaci di litigare ad alta voce e alacremente per ore, ma senza arrabbiarsi mai fino in fondo - ed è lì, in cucina tra le reliquie di un pasto consumato ore prima, che Iris, la figlia, li trova. Quando le viene comunicata la decisione della madre, la ragazza reagisce con un entusiastico commento e se ne va dopo aver preso un pacco di wafer. Daniela, la colf che è stata al loro servizio per un po’ di tempo, ha preferito lasciare il lavoro per svolgere l’ambito incarico di portinaia in uno stabile. Quindi la decisione di occuparsi personalmente della cura della casa cade davvero a fagiolo. Inoltre, a pensarci meglio, Lilli potrebbe raccogliere in un quaderno tutti i suggerimenti e i trucchetti relativi alle faccende domestiche, così da creare per Iris una specie di ricettario, da consultare in caso di bisogno. Sarebbe bello parlarne con Noemi, migliore amica al tempo delle scuole elementari e già da allora organizzatissima per quanto concerne le questioni di pulizia. Sì, ma che fine ha fatto Noemi? Non la vede da almeno trent’anni...

Il nuovo lavoro di Stefania Bertola - scrittrice torinese nota per la sua prosa irresistibilmente umoristica - è frizzante e ironico fin dall’incipit: “Il mondo del lavoro dà, il mondo del lavoro toglie”. Proprio così, ed ecco perché, mentre i cinquant’anni si profilano all’orizzonte con il loro carico di sgomento, Lilli Tempesta, la protagonista del romanzo, si appresta ad abbracciare una nuova e decisamente impopolare causa: dopo che la lunga carriera in un’azienda si è conclusa e anche il tentativo di intraprendere insieme a un’amica un singolare progetto imprenditoriale si è rivelato un fallimento, la donna ha deciso - in evidente controtendenza - che farà la casalinga, attività decisamente denigrata da una madre femminista convinta e da un marito alquanto perplesso. Le stesse attitudini di Lilli verso questa nuova attività non sono affatto spiccate ma, nonostante tutto, la donna ha fatto una scelta e intende onorarla. Ecco allora che, armata di sgrassatore e panno in microfibra, comincia un’impervia scalata volta a conquistare l’ambiente che ha eletto a punto di approdo: casa sua. Ma da dove ha origine questa improvvisa passione per la cura della casa? Forse dai ricordi d’infanzia, quella vissuta insieme all’amica del cuore, Noemi, con la quale si dilettava a giocare ai mestieri. Di Noemi non sa più nulla e, forse, rintracciarla le consentirebbe di carpire all’amica qualche segreto relativo alla sublime arte del riordino e della pulizia. Ed è così che Lilli si ritrova a vestire anche i panni di novella investigatrice privata, mentre cerca di individuare dove l’amica sia andata a cacciarsi. La ricerca, bizzarra e ricca di situazioni esilaranti, la porterà ad incrociare il proprio cammino con quello di figure singolari e spassosissime, le cui caratteristiche peculiari escono dalle pagine del romanzo e regalano al lettore impagabili momenti di spensieratezza. La Bertola, come suo solito, ha la rara capacità di affrontare qualsiasi argomento - in questo romanzo si parla di tradimento e crisi matrimoniale, di solitudine e di ossessioni, di desideri e di sogni, di universo femminile e di libertà di scelta - con un’ironia che è tutt’altro che leggerezza, fornendo al lettore ogni volta interessanti spunti di riflessione. Il percorso di Lilli altro non è che il sacrosanto diritto, che ciascun individuo dovrebbe avere, di operare scelte individuali che meritano sempre e comunque rispetto, anche se sgangherate o dal vago sapore retrò. Ogni pagina del romanzo fa sorridere, ma nasconde una profonda verità: vale la pena lottare per ciò che si desidera essere o fare. E non importa che si tratti di aprire un’azienda con un’amica o di impugnare mocio e secchio per il resto dei propri giorni. Quello che è davvero innegabile è la libertà di scegliere e di intestardirsi fino alla fine per raggiungere il proprio obiettivo, tenendo tuttavia a mente che nulla è per sempre.