
M. soffre di depressione e insonnia. Durante le lunghe notti in bianco, solo una cosa le dà consolazione: pensare alle donne del passato. Donne che hanno rotto gli schemi, ignorando i dettami della società per inseguire i loro sogni e obiettivi. Ispiratrici che non si sono conformate ai ruoli di madre e moglie devota, ma hanno deciso di viaggiare ed esprimersi liberamente attraverso l’arte e la scrittura. Molte di loro hanno rivoluzionato la propria vita nonostante non fossero più convenzionalmente giovani e soffrissero di problemi di salute, fisici e mentali. M. sente una profonda connessione con il loro vissuto e decide di mettersi in viaggio per ripercorrerne i passi. Si reca in Tanzania dove Karen Blixen visse per diciotto anni, affrontando le avversità della natura africana e gestendo una piantagione; e poi in Giappone, per mettersi sulle tracce delle esploratrici dell’800: come Isabella Bird, zitella quarantenne che guarì da emicrania e depressione viaggiando dall’Australia al Nord America, o Ida Pfeiffer, che scrisse una guida turistica di successo dopo aver girato il mondo da sola e con un budget esiguo. Infine, M. approda a Firenze, dove resta ammaliata dalle opere di grandi artiste rinascimentali italiane, le prime nella storia a vivere della propria arte come pittrici professioniste: Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana e Artemisia Gentileschi. Le esperienze di M. si intrecciano così con quelle di dieci donne eccezionali che sono riuscite, con il loro esempio, a cambiarle la vita da un passato remoto o dall’altro angolo del pianeta...
Con il suo secondo libro la finlandese Mia Kankimäki continua il percorso intrapreso dieci anni fa quando, all’età di quarant’anni, decise di licenziarsi dal lavoro in una casa editrice per recarsi a Kyoto e scrivere un libro su una poetessa-cortigiana giapponese vissuta intorno all’anno Mille. Adesso le protagoniste della narrazione sono dieci donne, distanti fra loro nel tempo e nello spazio, ma accumunate dal coraggio e dall’anticonformismo delle loro scelte. Non si tratta di ricche dame o avventuriere, ma di donne sì illustri, ma con le quali è possibile identificarsi grazie al loro essere ordinarie, fragili, talvolta malate nel corpo o nello spirito. Grazie a una sapiente miscela di generi letterari – diario di viaggio, biografia e fiction – Mia Kankimäki alterna la descrizione dei suoi viaggi alla biografia delle figure femminili che ha eletto a modello. Spesso l’autrice si rivolge direttamente a loro, immaginando di scrivere lettere e messaggi, in un continuo intersecarsi tra passato e presente, realtà e finzione. Sebbene il tono sia confidenziale e scanzonato, emergono profonde riflessioni sul ruolo della donna nella società e sul relativismo del concetto di “vita degna di essere vissuta”. Le vicende delle protagoniste, unite a quella dell’autrice, dimostrano come non esista un unico, convenzionale stile di vita ma che ogni percorso individuale può essere pieno di significato e realizzazione.
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