
Una piccola coperta composta da tante piastrelle a crochet, come quelle fatte all’uncinetto dalle nonne. Così appaiono i ricordi di Caterina, ricuciti e composti a formare il racconto della sua vita. Cathy vuole dare forma al suo passato: più volte ha cominciato l’opera rievocando e trascrivendo reminiscenze della sua infanzia trascorsa in Calabria, della traversata per raggiungere il Canada, della vita da immigrata italiana. Ad ogni tentativo nasce un racconto, una poesia, una riflessione che tuttavia resta un feto dormiente, in attesa di vedere la luce, in attesa dell’approvazione necessaria a vincere l’insicurezza di una scrittrice esordiente e insoddisfatta del proprio lavoro. Solo nel maggio 2019, dopo oltre trent’anni di indecisione, Cathy si convince a riprendere e a portare a termine quell’impresa. Sono sufficienti una foto sbiadita scattata nel 1955 durante la Domenica delle Palme e il profumo di vecchie lenzuola chiuse in baule di metallo verde a far riemergere quel passato in modo chiaro e vivido. Torna a Mulirena e si rivede, ragazzina di nove anni, intenta a sorridere a sua madre vestita da pacchiana, salutare Totu affacciato alla finestra di U Grancu o correre verso la Funtanella con le brocche pronte per essere riempite. Ci sono Lucia, Tina, Aurora. I primi amori. Le prime delusioni. Quelle radici così lontane nel tempo e nello spazio che, sebbene avvizzite, restano parte imprescindibile del suo essere...
In questa edizione italiana, Connie Guzzo-McParland racchiude due racconti: The Women of Saturn (2017) e The Girl of Piazza d’Amore (2019). La componente autobiografica fornisce uno scheletro su cui l’autrice può liberamente costruire una storia di finzione credibile e ben articolata e guidarla a stanare e denunciare incongruenze e stereotipi etnici di una società che oggi, come ieri, fatica ad appropriarsi di termini come uguaglianza e integrazione. Attraverso Caterina e i suoi scritti, Connie rievoca un’Italia, quella del Sud negli anni Cinquanta del Novecento, senza prospettive e con poco lavoro. Cathy scrive, riflette ed elabora con noi concetti chiave: emigrazione, integrazione, adattamento e trasformazione, cosa hanno significato per lei e cosa sono invece adesso? Ma tre donne, molto diverse tra loro, rappresentano il vero fulcro del romanzo: Caterina “Rina” e Lucia, entrambe figlie di Mulirena, ragazze della ruga; Angelina “Angie”, giovane ribelle nata in Canada da genitori italiani che hanno attraversato l’oceano in cerca di fortuna. Donne che aspiravano a trovare completezza in uomini capaci solo di ferirle, zittirle, sottometterle e annullarle. Sono le donne di Saturno. “Questo romanzo alla fine avrà più strati di una lasagna calabrese”: niente di più vero, e voi vorrete assaporarli uno ad uno.