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Le invisibili

leinvisibili

Il maresciallo Chicca Lopez ha trascorso una nottata difficile. Il problema è che lei adora le rape con il caciocavallo sopra, ma non le digerisce. Così, quando il brigadiere le telefona per informarla che è stato trovato un cadavere nelle acque di Punta Palascia, poco lontano da casa sua, la trova sveglia e intenta a prepararsi un bicchiere d’acqua e bicarbonato. Arrivata sul luogo del ritrovamento, realizza che il morto è un uomo dall’età apparente di quarant’anni circa; indossa una divisa da sub e ha la gola spappolata da una fiocina sparata con un fucile ad aria compressa. Un unico colpo secco, con l’intento di uccidere. L’incidente è da escludere. Sono sufficienti un paio d’ore per risalire all’identità del colpevole. Si tratta di Fabio Sisto, trentasette anni, biologo marino e fotografo subacqueo dilettante… Hanno chiamato dal palazzo per lamentarsi del cattivo odore che proviene dall’interno dell’appartamento in cui ha sede la società di Louis Pintori, il più importante agente discografico italiano. Ed è così che ritrovano il suo corpo, riverso sulla poltrona del suo ufficio, la testa reclinata all’indietro e le braccia cicciottelle posate sui braccioli in maniera talmente innaturale che i tre poliziotti che stanno osservando la scena non hanno alcun dubbio: è stato sistemato così apposta. L’uomo è stato sgozzato come un maiale, mentre la sua zona genitale è stata trafitta da un tagliacarte in metallo. La dottoressa Virginia Budini, medico legale, afferma che l’uomo è morto da non oltre ventiquattro ore e che l’assassino lo deve aver attaccato da dietro: non si rilevano alle mani del morto lesioni da difesa. O è stato colto all’improvviso o è stato stordito prima di venire ucciso… I giornalisti sbagliano. Lei non ha mai avuto alcuna velleità. Le cose sono accadute senza che se le andasse a cercare. Ecco perché ha deciso di scrivere una lettera al Sostituto Procuratore Imma Tataranni. Vuole raccontarle la sua versione dei fatti, così che la dottoressa Tataranni capisca esattamente cosa sia accaduto e perché… La prima volta che posa lo sguardo su di lei, ne nota le labbra spaccate, un occhio semichiuso e una palpebra arancione. Capisce subito che non si tratta di una giovane donna che si è fatta male a seguito di un incidente domestico. No, ha l’aria esausta di chi è vittima di un marito violento…

Relegate negli angoli più nascosti, costrette a essere semplici comparse sul palcoscenico della vita, quattro donne decidono di riprendersi la scena, di diventare più crudeli della crudeltà che è stata l’unica compagna fedele della loro esistenza. Amori malati dai quali si fatica a vedere una via d’uscita, solitudini costrette ad affrontare il dolore tra ignoranza e grettezza, sogni spezzati che tarpano le ali e rinchiudono le protagoniste in una gabbia di sofferenza da cui non si scorge alcuna via d’uscita. Per le protagoniste dei quattro racconti, raccolti in un’antologia frutto della penna di quattro scrittrici noir che non necessitano di alcuna presentazione, il delitto diventa l’unica via di fuga possibile, per affrancarsi da un destino già scritto, opprimente e senza scampo. Prima vittime, si trasformano nei peggiori carnefici, in nome di un senso di giustizia tutt’altro che universale, ma assolutamente contingente e personale, opinabile ma ben radicato nella coscienza di ciascuna di esse, sognatrici disilluse che hanno deciso di togliere la maschera e fare i conti con i loro segreti più riposti, anche quelli che ritenevano inconfessabili. Quattro penne eccellenti, capaci di offrire al lettore una scrittura di qualità e contenuti profondi, che aiutano a guardare le cose da una prospettiva completamente diversa, grazie alla quale la figura femminile smette di occupare la stereotipata posizione di subordinazione cui da sempre è confinata, quell’invisibilità di partenza che dà il titolo alla raccolta e contro cui le quattro protagoniste si scontrano. Un’istantanea fedele della realtà quotidiana, quella in cui le donne scelgono, una volta smessi gli abiti da muse ispiratrici, di imparare a respirare in autonomia, per sentirsi, costi quel che costi, finalmente vive.