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Le mogli hanno sempre ragione

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A Polignano il grecale minaccia l’evento che, ogni anno, apre le porte all’estate. Il maresciallo Gino Clemente, affacciato alla finestra di casa sua, a Port’Alga, pensa che ha sognato di vivere la festa di San Vito da comandante della stazione dei carabinieri del suo paese fin da quando era un bambino, ma mai avrebbe pensato che il suo desiderio si facesse realtà. E di lunedì, poi! La sua carriera nell’Arma lo ha portato prima a Firenze, poi a Parma e a Bologna. E ora, finalmente, alle soglie della pensione, è stato assegnato a Polignano a Mare. Un sogno che si realizza. Dell’esperienza in Emilia gli è rimasto Brinkley, un labrador dell’unità cinofila ormai in pensione che non lo molla un attimo. Clemente esce sul terrazzo e si rivolge in preghiera allo scoglio dell’Eremita, affinché gli venga in soccorso e plachi quel vento fastidioso. In paese tutti sono in apprensione, perché la processione per mare, appuntamento fisso legato alla festa di San Vito, è stata annullata nei due anni precedenti e, se dovesse accadere per la terza volta, allora sarebbe segno tangibile che San Vito è parecchio arrabbiato. La piccola luce che si scorge tra le nuvole gli infonde un briciolo di speranza e Clemente rientra in casa per indossare, grazie all’aiuto della moglie Felicetta, l’uniforme da cerimonia, con tanto di medaglie e sciabola. Prima di tutto, però, deve indossare il capo che è da sempre il must del suo guardaroba: la canottiera bianca. Felicetta è in cucina, intenta a friggere melanzane come se non ci fosse un domani. Ha invitato a cena un’amica vedova conosciuta attraverso un gruppo Facebook. In quel giorno di festa, preferisce starsene a casa sua con l’amica piuttosto che accettare l’invito inatteso di Matilde, che ha organizzato un’apericena presso la sua masseria in onore della nipotina. In realtà la festa di Matilde, ex signora Scagliuso, non è che un pretesto per fare sfoggio della meravigliosa dimora che lei e il suo nuovo compagno, Pasqualino, si sono regalati…

Luca Bianchini - autore torinese, ma con una profonda passione, assolutamente ricambiata, per la Puglia e i pugliesi - regala ai suoi lettori la puntata numero quattro dell’esilarante saga targata Polignano a Mare e annovera tra i protagonisti la famiglia Scagliusi e i diversi personaggi che le gravitano attorno. Attenzione, però. Se è verissimo che “squadra che vince non si cambia”, è altrettanto vero che Bianchini ama le sfide e adora sorprendere il suo pubblico. Questo è il motivo per cui, costretto all’isolamento a causa del lockdown che ha segnato la quotidianità di tutti nell’ ultimo periodo, ha preso in blocco la comitiva di personaggi che già conosce a menadito e li ha piazzati su un diverso palcoscenico, dalle tinte precise del più classico dei gialli. Ecco quindi che le vicende di Ninella e Mimì - prima consuoceri e ora una coppia alla luce del sole-, di Matilde e Pasqualino - nella masseria dei quali si snoda la trama- si sovrappongono a quelle del maresciallo Gino Clemente e della brigadiera Agata (velato, ma neppure troppo, richiamo ad Agatha Christie, i cui lavori Bianchini ha letto e studiato per definire meglio l’intreccio del suo romanzo) De Razza, chiamati a far luce sull’omicidio di Adoración, la tata peruviana degli Scagliusi, colpita a morte da un soprammobile a forma di angioletto della Thün. Le due new entry nel fantastico paese in provincia di Bari - quello in cui le case si aggrappano alla roccia con la stessa tenacia con cui gli abitanti si avvinghiano alle proprie tradizioni - sono estremamente interessanti: una passione incontrollabile per il karaoke e un’onnipresente canotta bianca per lui; una certa “cazzimma” e una poco celata nostalgia per il suo Salento per lei. I due si destreggiano tra non detti, pettegolezzi, maldicenze e segreti di Pulcinella, per arrivare a trovare il bandolo di una matassa assai contorta. Inutile sottolineare che Bianchini ha fatto di nuovo centro. È riuscito come sempre a dipingere ogni pagina del romanzo dei colori caldi e vivi di una terra accogliente e verace; ha saputo raccontare ogni sapore e ogni odore con immagini puntuali e azzeccatissime, che ogni volta colpiscono il bersaglio e restano nel cuore di chi legge. Ha mostrato le sfumature nascoste dei volti noti e tratteggiato il carattere dei nuovi protagonisti in modo così accattivante, da creare nel lettore l’immediata curiosità di saperne di più e il desiderio di leggere presto le nuove avventure di Clemente e della De Razza.

LEGGI L’INTERVISTA A LUCA BIANCHINI