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Le nostre speranze

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Hannah è seduta sul bordo del letto e ha in mano l’astuccio di plastica con le fiale. Conosce benissimo la procedura, perché non è una novità il fatto di sottoporsi a una terapia ormonale. La prima volta, due anni prima, il marito Nathan si chinava per baciarle la pancia ogni giorno durante le iniezioni. Stamattina, però, l’ha baciata in maniera diversa e le ha chiesto di promettere che sarà l’ultima volta. E Hannah ha promesso. Solleva la camicia e via con la piccola puntura. Poi si alza, si sistema i vestiti ed esce per andare al lavoro. È settembre, ma fa ancora caldo e quando, più tardi, incontra Lissa in un bar davanti al cinema, rifiuta il vino che l’amica vuole offrirle e le spiega di aver appena iniziato un nuovo ciclo di terapia: lo vuole un bambino, lo desidera davvero. Lissa è molto bella, indossa un cappotto stretto sulle spalle e ampio sui fianchi. Ha i capelli lunghi e sciolti, come sempre. Ha appena partecipato all’ennesimo provino. La regista è brava, una polacca che l’ha fatta lavorare parecchio sullo stile. Si tratta di rappresentare Čechov, lo Zio Vanja. La sua dovrebbe essere la parte di Elena. Intanto, in un’altra parte della città, Cate sente qualcuno che la sta chiamando ed impiega un poco di tempo a realizzare che si tratta del piccolo Tom che piange, steso sul letto accanto a lei. Non è trascorsa neppure un’ora dall’ultima poppata, ma suo figlio già reclama di nuovo il latte. Cate gli porge un seno e il piccolo succhia, poi poco alla volta allenta la presa e Cate attende il cambio nel respiro che indica l’arrivo del sonno. Con delicatezza riadagia Tom accanto a sé, poi tira su le coperte fino all’orecchio e precipita nel pozzo del sonno. Ma è solo per un attimo, perché Tom si sveglia nuovamente e comincia a piangere. Cate è esausta. Sam, suo marito, dorme nella camera alla sua destra. Non si sveglia neppure con le cannonate, lui…

Tre vite intrecciate, tre amiche diventate donne e le loro aspettative deluse. Sì, più che di speranze nell’ultimo romanzo di Anna Hope - autrice e attrice inglese alla sua terza prova narrativa, uscita nel Regno Unito nel 2019 - si parla di ciò che resta delle aspettative di ciascuno nel momento in cui si entra nell’età adulta. È un vero e proprio viaggio nelle profondità dell’anima di tre donne - Hannah, Lissa e Cate - fino a svelarne i pensieri più nascosti, i sentimenti più intensi e i più inconfessabili timori. Tre amiche, a cavallo tra l’ultimo decennio del secolo scorso e l’affacciarsi del nuovo millennio, completamente diverse, ma unite da un legame inizialmente profondissimo, che si fa via via più inconsistente, fino quasi a disperdersi. E quando capita che le tre si incontrino, nessuna ha il coraggio di mostrare apertamente all’altra invidia per aver ottenuto esattamente ciò che ciascuna avrebbe desiderato per sé. Nessuna riesce ad ammettere che il resoconto di cosa sia divenuta la loro vita adulta ha un denominatore comune: l’insoddisfazione. C’è chi è felicemente sposata e ha un lavoro che la soddisfa, ma la mancanza di un figlio le avvelena l’esistenza; chi - giovane ribelle dalla mente brillante e pronta - un figlio ce l’ha, ma forse non ha sposato l’uomo giusto, come se la vita avesse deciso per lei; c’è infine la più bella di tutte - ha lottato per realizzare il sogno di diventare attrice, rinunciando a marito e figli - che a conti fatti non ha nulla in mano ed altro non è che la somma dei suoi fallimenti. Un amaro bilancio per le tre donne che si sentono spesso costrette in abiti che non avrebbero voluto indossare e finiscono per essere logorate, ciascuna nella solitudine della propria insoddisfazione, dall’invidia nei confronti delle altre amiche, che paiono più felici e realizzate. La Hope riesce a raccontare, attraverso il vissuto delle sue protagoniste, le contraddizioni nascoste nella società odierna- amore, tradimento, carriera, famiglia, maternità - e lo fa invitando ogni lettore a riconoscersi in Cate, Hannah e Lissa e nelle loro speranze finite in frantumi, a causa principalmente dell’inesorabile scorrere del tempo- altro grande protagonista del romanzo - che impone ritmi e detta regole che impattano sul destino di ciascuno. Si tratta di una presa di coscienza dolorosa ma necessaria, l’unica capace di riconciliare ognuno con la propria esistenza.