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Le notti senza sonno

Le notti senza sonno

Milano, 21 febbraio 2020, venerdì. A casa Mandelli la televisione è accesa. Dal TG del mattino arrivano notizie concitate: tabelle a confronto, previsioni, picchi di contagi, contabilità dei decessi. Insomma, una sfida a chi ne sa di più. Quel che è certo, rivela il commissario Mario Mandelli dell’Unità di Analisi del Crimine Violento alla moglie Marisa, è che sono in arrivo tempi difficili: a Codogno è stato ricoverato un ragazzo in condizioni critiche e nel Lodigiano ci sono già moltissime polmoniti sospette. Mandelli si alza e spegne la tv. Guarda l’orologio e calcola i tempi per uscire di casa in orario. Prende il caffè in piedi, appoggiato al piano di marmo del lavello, mentre passa in rassegna ciò che lo attende in questura. Anche oggi la giornata si prospetta impegnativa: ci sono due casi, di poca importanza a onore del vero, ma ancora irrisolti, sui quali confrontarsi con la squadra. Poi, in tarda mattinata, ci sarà un incontro con i dirigenti per la gestione dell’emergenza Covid- 19. Quando, poco dopo, è già accanto alla porta e sta infilando il giaccone prima di uscire, Marisa gli mette tra le mani una mascherina chirurgica e gli consiglia di indossarla: non si sa mai. Basta guardare cos’è accaduto in Cina per capire che non è proprio il caso di sottovalutare il problema. Intanto, nell’attico di Stefania Sileri, l’ispettore Antonio Casalegno apre gli occhi per orientarsi: c’è cascato di nuovo, nel letto e nella vita della Sileri. Sta accadendo un po’ troppo spesso ultimamente. La sua mano sinistra si muove tra le lenzuola, finché non incontra il corpo di Stefania, sepolto sotto il piumone. La donna mugola qualcosa nel sonno, mentre l’ispettore indugia un po’ troppo a lungo con la carezza. La sveglia digitale dice che sono le sei e cinquantasette. È ora di alzarsi. Pochi minuti dopo il suo cellulare suona: è un numero della Questura. Il primo casino della giornata. Uno dei peggiori, spiega Antonio a Stefania, che nel frattempo si è svegliata e lo ha raggiunto. Deve andare. Stefania lo vede scivolare via dalla penombra della stanza; poi si alza di scatto, il lavoro attende anche lei. Venti minuti dopo è già in procinto di uscire. Si guarda alla specchiera dell’ingresso: non è la stessa donna di ieri. Anche lei c’è cascata di nuovo...

Savonese di nascita e milanese d’adozione, Gian Andrea Cerone centra il bersaglio con il suo romanzo d’esordio. Mentre, in una Milano protagonista d’eccezione della vicenda, si comincia a parlare della diffusione di un virus le cui conseguenze sono ancora piuttosto confuse, un ritrovamento macabro e inquietante fa sospettare all’Unità di Analisi del Crimine Violento della Questura della città di trovarsi di fronte a un serial killer, che si diverte a seminare indizi e panico. All’interno di questo sfondo – tra i più classici del panorama di genere – si muovono personaggi singolari e ottimamente costruiti, che Cerone ha saputo arricchire di realismo e ironia allo stesso tempo. Su tutti il commissario Mario Mandelli, abilissimo professionista, capace di rovistare nel torbido di una città che “ha la capacità di shakerare certi improbabili cocktail di umanità, non a caso è la capitale degli aperitivi” e di rivelarne l’anima. Attorno a Mandelli ruotano tutta una serie di personaggi che Cerone è riuscito a tratteggiare in maniera impeccabile, dando vita a dialoghi e a scene dal taglio cinematografico, per un romanzo avvincente che richiede di essere letto tutto d’un fiato, magari durante quelle notti senza sonno che il titolo richiama. La malvagità umana, così ben rappresentata e descritta, si annida come un cancro tra la gente di una città spietata e l’alacre lavoro di Mandelli e della squadra che lo accompagna diventa una corsa contro il tempo fin nel cuore dell’inferno. Sarà una corsa al termine della quale nulla sarà più come prima e ciascun attore ne uscirà cambiato, portando sulla pelle e nell’anima i segni e le scottature di tanta crudeltà. Un romanzo adrenalinico e corposo; pagine che scorrono rapide e lasciano spesso senza fiato. Una lettura consigliata agli amanti del genere, che sapranno apprezzarne la scrittura diretta e senza fronzoli e il ritmo incalzante. Cerone, grazie alla storia di Mandelli &Co, ha vinto la XXIII edizione del Premio Franco Fedeli, riconoscimento organizzato dal SIULP di Bologna e dedicato alla narrativa poliziesca.